Cultura

Beslan, anniversario di morte in Ossezia

Dopo la strage del 2004, la regione ancora protagonista di dolore e guerra

di Benedetta Verrini

Ricorrono oggi 4 anni dalla strage di Beslan, la città dell’Ossezia del nord dove tra il primo e il 3 settembre del 2004 un gruppo di 32 fondamentalisti islamici e separatisti ceceni occupò un edificio scolastico, la Scuola Numero Uno, sequestrando circa 1200 persone fra adulti e bambini, e provocando 331 vittime, fra le quali 186 bambini. Circa 800 persone sono sopravvissute al sequestro, molte delle quali sono rimaste mutilate ed alcuni bambini orfani.
La ricorrenza cade quest’anno in concomitanza con i drammatici eventi del Caucaso che hanno visto insanguinare l’Ossezia del sud. Il grande Direttore d’Orchesta Valerij Gergiev, aprendo un concerto fra le macerie del Parlamento della Capitale dell’Ossezia meridionale Zchinvali lo scorso 21 agosto, li ha riassunti in maniera formidabile.
“Il quarto anniversario della strage di Beslan – se fosse possibile misurare il dolore e la sofferenza umana – è diventato ancor più doloroso, drammatico e insopportabile. Oggi l’Ossezia del Nord e del Sud insieme alla Russia intera si fermano a ricordare e rendere omaggio ai morti della scuola n. 1, uniti, quest’anno, nel ricordo delle duemila vittime della capitale meridionale rasa al suolo in una notte”.
“Oggi si vive la tragedia di tutto il popolo osseto. Accanto alle urla lancinanti delle madri, si uniranno migliaia di voci straziate nel dolore per la morte di un bambino, di una donna, di un vecchio nella notte cupa dell’8 agosto 2008 quando gli ospedali, gli orfanotrofi, le case di riposo, i cimiteri per volontà della Presidenza georgiana sono diventati i primi obiettivi del genocidio osseto. E nessuno sentirà le voci degli abitanti dei 48 villaggi non esistono più …”
“Ed accanto al dolore fisico un altro dolore, meno straziante ma che lascia maggiormente sbigottiti, il dolore morale. Il popolo osseto non si capacita dei motivi per i quali questa nuova, immensa sua tragedia sia stata largamente strumentalizzata dalle cronache, come la vittima sia stata presentata come carnefice. Del perché non si sia voluto raccontare la verità al mondo”.
L’intero intervento del maestro Gergiev, insieme alle attività poste in atto a favore delle vittime di Beslan, è disponibile su www.aiutateciasalvareibambini.org

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