Famiglia

Donne sesso debole? Sì, ma solo di cuore

Sono meno colpite dalle cardiopatie, ma con una percentuale più alta di mortalità. Soprattutto nelle fasce d’età più basse. Dati sorprendenti. Anche per i medici

di Redazione

La discriminazione sessuale giunge anche nel campo della cardiopatia. Notevoli, quanto difficilmente esplicabili le differenze di comportamento tra uomini e donne al riguardo delle patologie del cuore che vengono evidenziate in un vasto studio condotto negli Stati Uniti fin dal 1994. Benché l?incidenza di infarti sia decisamente minore nelle donne rispetto agli uomini, le prime, se colpite da un attacco di cuore in giovane età, hanno una percentuale di mortalità in età avanzata ben più alta degli uomini. La ricerca, dalle incredibili risultanze, è stata condotta su più di 1.600 ospedali distribuiti sul territorio Usa e ha considerato le casistiche di 156 mila pazienti donne e 229 mila uomini. Ed ecco quanto ne è emerso: le percentuali di mortalità – successiva ma per la stessa patologia – nelle persone che registrano il primo infarto prima dei 50 anni è del 3% per quanto riguarda gli uomini e del 6 per le donne, fra i 50 e i 54 anni si sale rispettivamente al 4 e al 7%; andando avanti con l?età, le differenze, quindi, tendono a diminuire: fra i 75 e i 79 anni, la mortalità raggiunge il 18% per gli uomini e il 19% per le donne. Ma il dato sicuramente più sorprendente della ricerca è la mancanza quasi totale di spiegazioni mediche per queste differenze statistiche. Ci spiega la dottoressa italoamericana Viola Vaccarino, della Scuola di medicina della Yale University: «Malgrado lo studio condotto ci dica indubbiamente che esiste un gruppo di donne che manifesta caratteristiche ?speciali? sul fronte cardiopatico, non riusciamo a trovare una spiegazione che sia valida per comportamenti così diversi». Una differenza percentuale così elevata, infatti, non può essere certo giustificata con delle semplici differenze di comportamento fra i due sessi. Ossia, conclude la Vaccarino, «da un lato la tendenza dei medici a prescrivere per le donne cure più blande, e dall?altro il ritardato ricovero in ospedale per le donne, a causa di una minore evidenza dei sintomi rispetto agli uomini».


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