Non profit

India, Aifo: le violenze stanno continuando

Nello stato di Orissa opera l’associazione italiana amici di Raoul Follereau, che riferisce di case bruciate e violenze ad opera di estremisti indu.

di Emanuela Citterio

Continuano le violenze in India, nel distretto di Kandhamal, nello stato di Orissa, nonostante l’ordine di sparare a vista imposto mercoledì dalla polizia in otto settori delle zone in cui si sono verificati degli scontri.

A farlo sapere è Aifo, l’associazione italiana amici di Raoul Follereau, che da anni opera in India e che nello Stato dell’Orissa sostiene il sistema sanitario nella cura dei lebbrosi. L’organizzazione riferisce che “in molte aree le persone sono molto spaventate ed alcuni si sono rifugiati nella foresta per paura di altre violenze”. “Alcune case sono state bruciate – ha detto Janaki, un locale intervistato da Aifo – . La nostra gente è corsa nella foresta. Non sappiamo cosa sta succedendo. Non abbiamo niente da mangiare”. “Perché siamo stati colpiti dalle violenze? – si chiede Nayani, un altro abitante del luogo -. Non sappiamo niente e non c’è nessuno che ci aiuti, mentre le nostre cose sono state bruciate”. Il coordinatore delle attività dell’Aifo in India, Jose Manikkathan Varghese, sostiene che “a causa dei disordini generali ci potrebbero essere delle difficoltà per il programma sanitario nel funzionare normalmente, così come per la cura di altre malattie”

Il direttore generale della polizia dell’Orissa, Gopal Chandra Nanda, ha detto a Reuters che nei distretti di Koraput e Rayagada quattro chiese sono state incendiate dalle bande di estremisti indu.

Anche nel distretto di Kandhamal, epicentro delle tensioni, due chiese e diverse case sono state bruciate nonostante il coprifuoco imposto nella maggior parte dei villaggi, secondo quanto ha riportato uno dei maggiori giornali dello stato, il Samaja

Migliaia di persone, in maggioranza cristiani, si sono rifugiate in alcuni campi di fortuna nello stato dell’Orissa, dove la settimana scorsa le bande indù hanno reagito con furia all’uccisione di uno dei loro leader.


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