Non profit
Meeting, Letizia Moratti presenta l’Expo solidale
Il primo cittadino propone per l'esposizione milanese un ruolo di hub della cooperazione e dell'aiuto internazionale fatto di piccoli progetti "concreti"
da Rimini
C’era anche il sindaco di Milano, Letizia Moratti, all’incontro dedicato a “Buono è bello: storie di gusto e dignità” che ha avuto come protagonisti Andrea Muccioli, responsabile della Comunità di San Patrignano e Dario Odifreddi, presidente della Fondazione Piazza dei Mestieri. Muccioli e Odifreddi hanno raccontato il progetto di Good Food e le loro personali esperienze che hanno visto la bellezza e il gusto punto di partenza per il recupero dei giovani tossicodipendenti, a San Patrignano, e dei ragazzi a rischio di abbandono scolastico a Torino.
Per Moratti i racconti di Muccioli e Odifreddi sulle iniziative positive in corso e che attraverso Good Food mettono in contatto le eccellenze italiane con i produttori del sud del mondo (pistacchi e zafferano in Afghanistan, o cacao e caffè in centro e sud America) rendendo gli stessi contadini afghani protagonisti è stato il punto di partenza per spiegare al pubblico del Meeting la sua idea dell’Expo milanese che ha al centro proprio il concetto di nutrire il mondo e di uno sviluppo sostenibile.
«L’Expo non è un progetto infrastrutturale, economico o immobiliare è invece un progetto sociale di solidarietà internazionale», ha dichiarato il sindaco di Milano che ha aggiunto «o sarà così o non sarà» e per quanto riguarda la governance «la faremo». Il progetto Good Food «si sposa con l’Expo perché il suo concetto non è quello di dare un obolo ai produttori del sud del mondo, ma è vera solidarietà che aiuta a sviluppare la propria vita». A Milano con l’Expo sorgerà un Food Village che sarà un centro di formazione e ricerca e per diversi paesi fungerà da hub, da centro di una rete.
Da parte del primo cittadino milanese è arrivato anche un giudizio negativo sulla Fao, sul Doha Round e in particolare sul G8 definito «superato: non ha senso che si prendano decisioni su governi e persone assenti» contrapposto all’attività di cooperazione e aiuto internazionale che vuol mettere in campo l’Expo milanese. Mentre in vista del prossimo G8 che sarà ospitato in Italia «l’Expo potrà portare un contributo di diplomazia».
«L’Expo vuole essere un percorso concreto fatto di piccoli cose vere», ha raccontato Moratti. «Abbiamo iniziato contattando tutti i 151 Paesi e per ognuno abbiamo cercato di fare progetti». E gli esempi non mancano: il progetto nei Carabi per un centro di rilevazione sismica con l’Università di Pavia; quello per le piccole isole del Pacifico, con il Politecnico, per affrontare l’innalzamento delle acque; e poi quelli per la sicurezza alimentare in Niger, la risicoltura in Sri Lanka o sulla tracciabilità sempre alimentare in Argentina e Uruguay, per non parlare dei progetti legati alle rimesse degli immigrati o alla biodiversità. Insomma tanti piccoli progetti concreti.
Letizia Moratti non pensa però che l’Expo possa sostituirsi a realtà come il G8, ma lo definisce «un luogo in più», un motore per una serie di microprogetti che vedranno protagonista anche una fondazione realizzata a Milano in cui sono presenti anche imprenditori milanesi, oltre alle istituzioni e alle realtà sociale: Alliance for Africa, presieduta dal presidente del Ghana. A chi le domandava se non stesse mettendo in piedi una specie di “Onu milanese” il sindaco Moratti ha ribadito che questo soggetto sarà non un centro, ma un nodo di una grande rete mondiale. E per rendere più esplicita la distanza dal Palazzo di Vetro ha detto «sarà una piccola casetta nel verde possibilmente sull’acqua»
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