Mondo

Parla l’ambasciatore italiano

Il punto sull’emergenza umanitaria con Vittorio Sandalli, ambasciatore in Georgia

di Riccardo Bianchi

La cooperazione internazionale si sta già muovendo per portare gli aiuti in Georgia dopo la fine delle ostilità con la Russia, ma tutto procede molto lentamente. Anche dal ministero italiano degli Esteri sono partiti i primi soccorsi e l’ambasciata a Tbilisi si è attivata per facilitare il lavoro dei gruppi che stanno arrivano nel paese, in primis la Croce Rossa nostrana.

«La Cri è qui da una settimana e la sua prima cucina da campo è già funzionante» assicura Vittorio Sandalli, ambasciatore italiano in Georgia «Stanno servendo 2mila profughi accampati in un ex ospedale della capitale, hanno con loro anche molte coperte. A breve dovrebbe essere funzionante anche una seconda cucina»

Il volo con il materiale per questo nuovo punto di ristorazione è partito il 20 Agosto. Per questi primi interventi la Cri ha stanziato 300mila euro, ma, nonostante gli aerei siano messi a disposizione dal ministero degli Esteri, ha già detto che ne serviranno altri per portare avanti la missione e sta raccogliendo le donazioni. (www.cri.it)

Intanto l’ambasciatore fa il punto della situazione «L’Alto commissariato Onu per i rifugiati ha già registrato 100mila profughi, ma sicuramente saranno molti di più. In questo momento hanno bisogno di tutto, dai ricoveri, alle medicine, al cibo. Occorre valutare se potranno tornare presto nelle loro abitazioni in Ossezia e a Gori, il che alleggerirebbe il peso sulla capitale» dove sono confluiti.

«Il nostro interlocutore è il ministero per i rifugiati» conferma Sandalli, che però ne valuta positivamente l’attività, al contrario di altre organizzazioni (vedi il numero in edicola di Vita) «Sono affidabili, hanno una risposta pronta perché conoscono le specificità del paese. Noi, comunque, ci coordiniamo anche con gli altri stati dell’Unione Europea».

L’avvertimento dell’ambasciatore a organizzazioni non governative e civili è di non recarsi in Georgia senza precauzioni: «Tutto ciò di cui c’è bisogno è riportato sui siti delle Nazioni Unite e dell’Alto Commissariato. Arrivare qui senza confrontarsi con gli organismi internazionali è inutile e pericoloso. E utilizzare sempre i siti del ministero come Viaggiare Sicuri e Dove siamo nel mondo».

Per quanto riguarda il lavoro diplomatico dell’ambasciata italiana, Sandalli assicura che «il governo georgiano ha apprezzato il sostegno dato dal nostro esecutivo alla Carta di pace di Sarkozy. Per ora il nostro compito è di mantenere i contatti per tenere aperti i negoziati».

Intanto una brutta notizia arriva da Human Rights Watch. In alcune zone popolate della Georgia, gli osservatori dell’organizzazione per i diritti umani hanno trovato delle cluster bomb sganciate dagli aerei russi. Si tratta di micidiali ordigni, banditi da molte nazioni, che, una volta rilasciati, si dividono in piccole submunizioni che possono rimanere dormienti sul terreno. In questo modo si comportano come delle mine che, calpestandole o toccandole, esplodono. Il loro miglior bersaglio sono i bambini, i quali, incuriositi, le prendono in mano.

Sul numero di Vita magazine in edicola il punto sulla situazione dei profughi: le ong sul campo,  i numeri, le valutazioni della responsabile dell’Uhcr in Georgia.


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