Non profit

La prima volta delle badanti sul grande schermo

"Mar Nero" è il primo film in Italia a parlare del rapporto fra un’anziana e la sua badante. Una storia vera, ma anche l’elogio di amicizie sorprendenti

di Daniela Verlicchi

Lei, Gemma, è un’arcigna signora toscana, indurita dagli anni. L’altra, Angela, è la sua badante rumena. In mezzo, una relazione che si trasforma, tra bisogni e sospetti reciproci, fino a diventare un’amicizia sorprendente. È cronaca per chi ha nonni o genitori assistiti da badanti straniere, un mistero per chi non li ha. Federico Bondi, regista esordiente (33 anni e nessuna parentela col ministro), apre una finestra su questo mondo con Mar Nero, l’unico film italiano in concorso a Locarno.

La trama, all’inizio, scorre liscia, a tratti banale: le due donne iniziano a conoscersi davvero, per necessità, e scoprono di essere simili, per storia e ideali. Poi, il colpo di scena: Angela parte per la Romania alle ricerca un marito di cui ha perso le tracce. E Gemma parte con lei. Fantascienza? «No, non è una favola ma la storia di un’amicizia realmente esistita» chiarisce il regista. Gemma, infatti, era la nonna di Bondi e Angela («i nomi sono quelli originali») è stata la sua badante.

Vita: E sono davvero partite insieme?
Federico Bondi: No, mia nonna era immobilizzata a letto. Non poteva, ma avrebbe voluto. Quel che racconto nel film è un viaggio dell’anima, alla ricerca di se stessi. Il cinema ha bisogno di cambi di registro: serve anche a far sognare.
Vita: Non è comune il rapporto che si instaura tra le due protagoniste…
Bondi: Non è una favola, però. Ho voluto raccontare il sodalizio che si è creato tra queste due donne. Una storia d’amicizia a cui ho avuto la fortuna di assistere, grazie a quello che mia nonna raccontava di questa sua «nipote acquisita».
Vita: Geloso? Quali erano i sentimenti di voi parenti-spettatori?
Bondi: Gelosi non lo siamo stati mai. Stupiti, sì: da due mondi che si incontravano, dall’evoluzione del carattere di mia nonna che, a quell’età, grazie alle attenzioni di Angela, riscopriva quella che era stata. L’Italia degli anni ’50 non era poi molto diversa dalla Romania di oggi.
Vita: Ecco: perché la badante nel suo film è romena?
Bondi: Perché anche Angela è romena. Non l’ho deciso dopo i «fatti di Roma». Ripeto: il mio film non è un saggio socio-culturale ma la storia di un’amicizia.
Vita: È però il primo lungometraggio che racconta il rapporto tra una badante e la sua assistita. Perché?
Bondi: Perché gli anziani sono scomodi, di «scarsa fruizione»: sia al cinema che nella vita. Ultimamente, però, nello spazio intimo e quotidiano dell’assistenza domiciliare si realizza un vero incontro tra culture diverse. Per ora, forse, l’unico possibile.
Vita: All’inizio, però, è dura.
Bondi: Per tutta la prima parte del film, Gemma chiama la sua nuova  badante «Luda», come quella che se n’è andata. Ad un certo punto dice al figlio: «Era centomila volte meglio ‘la Luda’». «Mamma, l’hai mandata via te, ‘la Luda’» risponde lui. E lei di rimando: «Certo, se ne approfittava». Ecco, la paura è quella: l’ansia che genera l’incontro col diverso. Solo in caso di assoluta necessità viene messa da parte. Gemma, infatti, inizia a fidarsi di Angela solo quando cade e così la badante  diventa indispensabile. È in quella fragilità che ci si incontra veramente.
Vita: E prima?
Bondi: Prima, la loro storia è fatta di prove e trabocchetti. Una volta ho salutato una vecchietta, amica di mia nonna, con queste parole: «Ci vediamo domenica, che è il giorno libero della tua badante». E lei: «Veramente, è il mio giorno libero».
Vita: Mar Nero: perché questo titolo?
Bondi: Ma bisogna proprio spiegare tutto? Angela è originaria di Sulina, un villaggio poverissimo che si trova a 500 metri dal Mar Nero. Nel film, però, non lo vediamo mai.

 

Le badanti in Italia
Tra straniere e italiane, regolarizzate e al nero, le badanti dovrebbero aggirarsi tra le 500 e 800mila. Il reddito da loro prodotto è stimabile in 10 miliardi di euro all’anno. Lombardia, Lazio, Emilia e Veneto sono le regioni dove sono più presenti. 40 anni d’età media, coniugata ma in Italia senza famiglia, con un’elevata scolarizzazione, la stragrande maggioranza delle badanti viene dai Paesi dell’Est. Il costo di una badante va dai 600 ai 900 euro: un notevole risparmio per lo Stato, calcolato dalle associzioni di categoria in oltre 44 miliardi di euro l’anno. Con l’ultimo decreto flussi hanno fatto domanda di regolarizzazione 50mila badanti, già impiegate presso disabili e over 70. I ministri Carfagna e Sacconi avevano parlato di una norma salvabadanti nel pacchetto sicurezza: sparita.

 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA