Cultura

Cacciari. “Smith? Un mentecatto” Ma chi è Smith?

Così il filosofo Massimo Cacciari commenta l'ennesima performance tv dell'integralista Adel Smith, che ha offeso la Chiesa con parole condannate da tutte le comunità islamiche italiane

di Ettore Colombo

Il commento di Cacciari. “Ma che cosa vuole Adel Smith? E’ un povero mentecatto. Se lo devo incontrare un’altra volta sarà all’inferno. Se fossi stato al posto di Pelanda non so come avrei reagito, ma certo non sarebbe stato facile tenermi…”. Massimo Cacciari, filosofo di fama, testa pensante dell’Ulivo e deputato della Margherita, perde tutto il suo aplomb quando gli si nomina “l’integralista di Ofena”: “E’ un soggetto a uso e consumo delle telecamere di provincia in cerca di audience e notorietà. Una roba da ridere”, sbotta in un’intervista concessa al quotidiano on line “ilnuovo.it”. Intervista che sottoscriviamo dall’inizio alla fine, tranne che nella sua parte finale, quando il filosofo veneziano sostiene che “Le persone con un po’ di sale in zucca non vedono certe trasmissioni. Pelanda ha sbagliato a rispondere con le sberle, però certe volte negli studi televisivi la tensione è enorme. Io spero di non incontrare Smith mai più nella vita e se deve essere, che sia all’Inferno, sempre che entrambe andiamo a finire nello stesso posto”. Dubitiamo fortemente, infatti, che un idiota come Smith e una persona perbene – e intelligente, prima ancora che intellettuale – come Cacciari Domine Iddio potrebbe seriamente condannarli alla stessa pena. Chi è Adel Smith. Adel Smith è il fondatore e l’anima dell’Unione musulmani d’Italia. L’ultima rissa che lo ha visto picchiarsi con l’economista Carlo Pelanda, negli studi di Serenissima Tv, è stata solo l’ultima dimostrazione del livello cui può arrivare una persona così e del danno che può procurare all’intero Islam. Ufficialmente è stato lui ad aver dato vita al partito islamista italiano, e oltre ad essere l’autore del primo libro “anti Oriana Fallaci” comparso in libreria, è anche colui che voleva convertire il Papa all’Islam, e passare “una mano di calce” sopra l’affresco di Giovanni da Modena nella basilica bolognese di San Petronio, dove Maometto appare nudo tra i dannati. “Più le spara grosse -commenta Mario Scialoja, responsabile della Lega musulmana mondiale in Italia – e più gli danno ascolto. Speriamo che presto finisca tutto in burletta, anche se con questo sistema dei media appare difficile in tempi brevi”. Smith, padre scozzese e madre musulmana, vive ad Ofena, un piccolo paesino che si in provincia dell’Aquila, in Abruzzo, dove è emigrato dall’Albania, ma è diventato famoso grazie alle tv. Voleva censurare il Dante della Divina Commedia, quando parla del Profeta (“Vedi come storpiato è Maometto / Dinnanzi a me s’en va piangendo Alì / fesso nel volto dal mento al ciuffetto”) ed ha definito il crocefisso “un cadaverino appeso a due legnetti”. Quando disse così diventò famoso litigando in diretta, a “Porta a Porta”, proprio con Massimo Cacciari. Tanto che ancora oggi il filosofo, allora collegato in uno studio esterno e non “faccia a faccia”, non ha alcun piacere nel ricordare quella diatriba che “lanciò” Smith. “Viene scelto perché rappresenta il peggio di tutti noi, continua Scialoja: “Nega l’esistenza dell’Olocausto, vuole la distruzione dello stato di Israele, spara fregnacce e le ammanta di religione”. La condanna di tutte le comunità islamiche italiane Il 9 novembre scorso Smith fu cacciato dalla moschea di Roma: cercava di vendere i suoi libri contro il cristianesimo e la chiesa cattolica. Altrettanto duro il giudizio dell’Ucoii, Unione delle comunità islamiche in Italia: “Una persona che difende Osama Bin Laden, e lo paragona a Geronimo e che riporta l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre non quale atto di terrorismo a meno che non sia così anche per le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e l’appoggio Usa allo stato aggressore d’Israele, non può essere presa sul serio e non rappresentano nessuno. Vanta 5mila seguaci, ma ha pochissimi seguaci”. In compenso, è diventato una celebrità, proprio come voleva lui, grazie alla tv.


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