Economia

E io vi dico: con quei soldi 500mila posti di lavoro

Sergio D’Angelo, della Legacoop di Napoli

di Redazione

Se avessi in mano i milioni di euro che il governo destinerà alla cassa integrazione e alla mobilità per Termini Imerese e li potessi destinare alla cooperazione sociale, in pochi anni genererei 500mila posti di lavoro, la maggior parte al Sud, parola mia». La parola è di Sergio D?Angelo, il numero uno del consorzio Drom-Legacoop di Napoli, che nella sola Campania coordinata l?attività di 27 cooperative sociali con oltre 1.300 addetti e un fatturato pari a 50 miliardi vecchie lire. «Ma sia chiaro», precisa d?Angelo. «La mia è solo una provocazione, non vorrei mai privare le 8mila famiglie degli operai siciliani della Fiat dell?aiuto di cui hanno diritto. Sono in tutto e per tutto dalla loro parte».
Vita: Provocazione, certo, ma lei i numeri li ha dati.
Sergio D?Angelo: Sia chiaro, non considero sprecati i milioni destinati a Termini Imerese. Si tratta di un salvagente necessario e sacrosanto. Voglio precisarlo. Quello che dico è che non saremmo dovuti arrivare a questa tragedia. Figlia di un modello di sviluppo ormai decotto.
Vita: Che cosa vuole dire? Dobbiamo arrenderci all?idea di un?industria automobilistica made in Italy?
D?Angelo: Il sistema industriale classico nell?ultimo secolo ha prodotto, a parità di ore lavorative, un aumento di 15 volte del Pil. La ricchezza è cresciuta, i posti di lavoro, però, sono diminuiti e le industrie quotate che tirano di più sono quelle che licenziano. Un paradosso. Il risultato è che abbiamo sempre più beni di cui non abbiamo bisogno, a iniziare dalle automobili, e sempre meno attenzione alle persone che perdono il lavoro e con esso l?identità.
Vita: E se investire nell?industria non dà risultati?
D?Angelo: Se c?è un settore che merita le attenzioni è quello dei servizi alla persona. In questo modo si darebbero nuove occasioni di lavoro e contemporaneamente si ridurrebbe l?esclusione sociale. Un?ipotesi tagliata su misura per il Mezzogiorno. Non dimentichiamo che il fulcro della nostra professione è la persona e non il prodotto di consumo.
Vita: Quella che immagina è una vera e propria rivoluzione delle politiche di sviluppo. Stiamo vivendo un periodo di forte recessione e lei ha detto che non vorrebbe togliere un euro ai cassaintegrati di Termini Imerese. I conti non tornano.
D?Angelo: Non è così. Basterebbe uniformarsi alle medie europee. In Italia le risorse destinate ai servizi di protezione sociale impegnano il 24,3% del Pil, compresa la spesa pensionistica. Rispetto al resto del continente siamo in ritardo di almeno due punti percentuali. Lo ripeto: restituitemi quelle risorse e io vi presenterò mezzo milione di nuovi lavoratori.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.