Cultura

Sermig: l’Arsenale di Pace compie 25 anni

Ernesto Olivero il 2 agosto 1983 entrava nell'arsenale di Torino

di Redazione

Martedì 5 agosto 2008 il Sermig ha ricordato i 25 anni dalla nascita dell’Arsenale della Pace. Nell’occasione, Ernesto Olivero ha distribuito a tutti i presenti una lettera di riconoscenza. Ernesto Olivero ed alcuni amici entravano per la prima volta nell’ex arsenale militare di Torino il 2 agosto 1983: era un rudere, ma nei loro cuori lo vedevano già Arsenale di Pace. Ecco la lettera con cui Ernesto Olivero ha ricordato quei giorni.

Cari amici,
oggi è il 2 agosto e la parola che mi viene incontro è “Grazie”, la parola che più abita sulle mie labbra. Grazie è il respiro che da tempo, da tantissimo tempo, accompagna la mia preghiera continua.

Da quando la preghiera ha cominciato ad abitare in me mi sono ritrovato diverso; non più il ragazzo bocciato a scuola, che non sapeva parlare, che non eccelleva in niente, che aveva solo fiato per correre – lì sì ero imbattibile – e nient’altro.
Mia mamma mi aveva insegnato la preghiera, con il suo sguardo che mi dava fiducia. Poi mia mamma è partita per il Cielo, ma mi pare abbia continuato a guardarmi; ho capito che quel suo sguardo materno era anticipazione dello sguardo che Maria ha per me. Quando ho sentito che questa presenza era sempre con me, il fiato che prima mi serviva solo per correre è diventato preghiera e per amore mi sono ritrovato a parlare lingue che non conoscevo.

Il Signore deve aver pensato che il sogno di Isaia – tramutare le armi in strumenti di lavoro – era il mio sogno e credo che insieme abbiamo pensato di andare da La Pira, maestro di pace. La Pira mi ha incoraggiato molto, come pure il Cardinal Pellegrino che mi ha voluto sempre bene, mi ha aiutato a stare nella Chiesa e ad amarla con gli occhi di Gesù.

Credo sia stato il Signore a darmi il coraggio di andare da Paolo VI e credo che sia un Suo dono la risposta che il Papa mi ha dato quando gli ho detto che sentivo la Chiesa troppo distante dalla vita dei giovani e dei poveri: “Spero da Torino, terra di santi, per una rivoluzione d’amore…”.

E l’Arsenale è arrivato. E l’Arsenale è diventato come l’avevo sognato: una cattedrale a cielo aperto, un monastero metropolitano, la casa dei giovani.

Madre Teresa ce lo scrive nella sua lettera arrivata dal Cielo: “Caro Ernesto Olivero, grazie per tutto il bene che stai facendo per Gesù. Penso che dobbiamo prendere la Madonna con noi e insieme a Lei andare alla ricerca dei bambini, dei giovani, per portarli a casa. Pregherò molto per te e per quello che fai per Gesù. Il Signore ti benedica!”. Anni prima Dom Helder Camara, con parole diverse, mi scriveva “a nome della Madonna” le stesse cose.

Dom Luciano, umile, autorevole e innamorato di Dio, è stato la grande carezza di Dio e anch’io ripeto come Maria Teresa – che disse il sì in un’età in cui tanti chiudono con la vita, partì per la Terra Santa e dopo un solo giorno il Signore le aprì le porte del Cielo – : “Se guardassi alle mie forze, alle mie capacità, alla mia ignoranza il no sarebbe logico, ma se Dio vuole e tu vuoi sono pronta a partire anche subito”.

E così ci scrive il Cardinal Comastri: “Il Sermig è indubbiamente un’opera di Dio e sopravvive unicamente perché è opera di Dio. Affinché non muoia, lasciate che sia sempre un’opera di Dio! Mettete Gesù al centro e riconoscete che tutta la vostra carità nasce dalla Sua carità. Senza di Lui, saremmo tutti dei pezzi di ghiaccio. Ernesto, Gesù ti stringa al cuore”.

Cari amici, il 2 agosto è stata la chiave per entrare nei pensieri di Dio. Ora la chiave siamo noi se restiamo buoni, attaccati a Dio, una vela che il vento dello Spirito può sospingere dove vuole. E Dio continuerà a stupire.

Info: www.giovanipace.org

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