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Convenzione Onu: il Cnb chiede la ratifica da parte dell’Italia

Mozione approvata in plenaria, ma con una postilla dell'ala cattolica che mette i puntini sulle i sull'utilizzo dei termini "gender" e "reproductive health"

di Sara De Carli

Il Comitato Nazionale per la Bioetica ha approvato una mozione per chiedere al Governo italiano di ratificare la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. La mozione è stata approvata il 27 giugno 2008 e messa solo ora sul sito del Cnb.

Il Comitato Nazionale per la Bioetica, dice il testo, «è unanime nel sollecitare l’approvazione, nei tempi piu` rapidi, della legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione». La mozione tuttavia è approvata alla maggioranza, con voto contrario di Carlo Flamigni, Demetrio Neri e l’astensione di Francesco Paolo Casavola, Claudia Mancina, Luca Marini.

A piede della mozione però c’è una postilla, firmata da Adriano Bompiani, Roberto Colombo, Francesco D’Agostino, Bruno Dallapiccola, Maria Luisa Di Pietro, Romano Forleo, Marianna Gensabella, Assuntina Morresi, Andrea Nicolussi, Laura Palazzani e Lucetta Scaraffia, ovvero l’ala cattolica del Cnb. I firmatari di questa postilla «concordano nel riconoscere rilievo storico alla Convenzione e sono convinti che ne sia urgente la ratifica», ma ritengfono doveroso precisare che due termini usati nella Convenzione, gender e reproductive health, sono oggetto di dibattito e di interpretazioni differenti. I due termini, scrivono nella postilla, «veicolano una particolare prospettiva antropologica,
in merito alla quale il dibattito attuale e` vivacissimo e assolutamente controverso: la teoria del gender sostiene l’irrilevanza antropologica della dimensione naturalistica della sessualita`, in quanto articolata nella dicotomia maschio/femmina, la teoria della salute riproduttiva riconduce la richiesta e la pratica dell’aborto nel contesto del diritto alla salute come diritto umano fondamentale. Gli aderenti a questa Postilla ritengono molto discutibile inserire in una Convenzione come quella oggetto della nostra attenzione simili riferimenti».

Per questa ragione, considerando che in sede di ratifica e` sempre possibile presentare una o piu` riserve al testo, i firmatari della postilla auspicano che l’Italia: 
– proponenga un emendamento, volto a sostituire il termine sex al termine gender, ovunque questo termine compaia nella Convenzione e a sopprimere nella seconda parte dell’art. 25, lettera a, l’espressione reproductive health;
– oppure precisando, tramite una dichiarazione esplicativa, che il termine gender va inteso nel senso di “differenza sessuale” e l’espressione reproductive health nel senso di “salute nell’ambito della procreazione in conformita` all’ordinamento giuridico italiano”.

Scarica il testo completo della mozione.


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