Non profit
Cooperazione internazionale, grandi manovre
Elisabetta Belloni, nuovo dg delle coop allo sviluppo, la vigilia della conferenza di Accra e il think tank del Pd. Piatto ricco per la nuova puntata di Scooperation
di Paolo Manzo
Sabato Vita magazine esce con un numero dedicato interamente alla Cina e così, in via eccezionale, i lettori di Scooperation questa settimana potranno leggere la loro rubrica solo via web (ma con due giorni di anticipo)
Il vertice dell’OMC si è concluso con …
… l’ennesima sconfitta dei Paesi del sud del mondo. In sintesi: per ora i “grandi” neanche parlano più di eliminare i sussidi agricoli entro il 2013, mentre la liberazione delle produzioni rurali dei Paesi del Sud del mondo nella Ue e negli Usa restano limitatissime. Vergogna.
Si è finalmente insediata alla guida della DGCS…
… la Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo, lasciando l’unità di crisi della Farnesina, Elisabetta Belloni. Primo problema da risolvere? Una legge dello stato non rispettata che prevede che la struttura sotto la direzione della Belloni possa avvalersi di 120 persone. Ad oggi, 29 luglio 2008, lavorano per la DGCS 35 esperti di cooperazione, meno di un terzo di quanto previsto ex lege. Anche per questo la qualità e l’efficienza dell’aiuto pubblico allo sviluppo dell’Italia non è quella sperata. E riempire i buchi del personale?
È prevista per i primi giorni di settembre …
… l’attesissima conferenza di Accra sulla qualità e l’efficienza dell’aiuto pubblico allo sviluppo, che altro non è che il seguito della Conferenza di Parigi del 2005. Una conferenza a cui l’Italia tiene molto. Bene, ottimo, ma sia consentita una domanda: di cosa stiamo parlando? Numeri alla mano (i nostri sono disastrosi, basti pensare all’aiuto legato e alla percentuale APS/PIL) cosa avrebbe da dire l’Italia sulla qualità e l’efficienza degli aiuti di cooperazione internazionale? Come è possibile pretendere dalla nostra cooperazione qualità quando soldi non ce ne sono, la struttura della DGCS è ai minimi termini e oggi non esiste una strategia sul tema? La speranza è che il ministro degli Esteri Franco Frattini metta mano a un settore che oramai da anni è lasciato a se stesso. Scooperation ci conta.
Si è riunita nei giorni scorsi l’assemblea dei soci…
… degli Stati Generali della cooperazione. Nove i soci in tutto e, nello specifico, Action Aid Italia, Amref, Legambiente Lazio, il Cirps dell’università di Roma, l’Arcs (ong delle Arci), Wwf italia, il Forum Sad (adozione a distanza), Sdebitarsi e Ucodep. L’obiettivo dichiarato è la lotta alla povertà, quello meno dichiarato è di sostituirsi all’Associazione ong italiane che – si dice – ormai è “marginale”. In un momento di crisi del settore come quello attuale non sarà mai troppo tardi quando finirà l’epoca di quelli che vogliono “sostituirsi a” e inizierà quella del “costruire con”.
Dopo la riunione molto partecipata dell’Ipalmo per fare brainstorming …
… sul futuro dell’aiuto pubblico allo sviluppo dell’Italia, anche il Partito Democratico nei giorni scorsi, si è cimentato sul tema. Il ministro degli Esteri “ombra” Piero Fassino ha raccolto attorno a sé una ventina di persone tra cui il redattore della bozza di riforma bipartisan Giorgio Tonini, il presidente dell’Associazione ong italiane Sergio Marelli, Nino Sergi di Intersos e Luca De Fraia di Action Aid Italia. Da entrambe le riunioni attendiamo risultati. Concreti.
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