Leggi

L’italiano che ha apertogli occhi ai cinesi

Urbano Stenta è stato uno degli artefici della nuova legislazione

di Redazione

Il 26 giugno 2008 la Cina ha ratificato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e dieci giorni dopo, il primo luglio, è entrata in vigore una nuova legge quadro nazionale, che rivoluziona la scena disegnata dalla precedente, del 1990. Un cambiamento che parla anche italiano. La nuova legge infatti nasce da un progetto di cooperazione fra il ministero degli Affari esteri italiano e il ministero cinese del Commercio estero, partito a ottobre 2006. Un budget di un milione di euro e una manciata di esperti coordinati da Urbano Stenta per un progetto ambiziosissimo, anzi, come dice Stenta, «un’idea che sembrava pazzesca»: consulenza tecnica per rivedere l’intera legislazione cinese sull’inclusione sociale dei disabili.
Tutto è nato nel 2004, durante i lavori per la Convenzione Onu. È lì che Stenta entra in contatto con la China Disabled Persons’ Federation: un incontro dopo l’altro, parte un confronto serrato ma rispettoso («il segreto è questo», dice Stenta) sulle legislazioni dei due Paesi. La nuova legge è il primo risultato: «Molto moderna, in linea con la Convenzione Onu, con indicazioni precise anche per stendere i regolamenti attuativi, che sono l’elemento decisivo di ogni legge. È chiaro che, con i numeri che ha la Cina, la rivoluzione non può che essere graduale: ma la Cina ha imboccato in modo irreversibile la strada del cambiamento, con o senza le Olimpiadi», sintetizza Stenta.
Molte, in effetti, le novità. Per la prima volta debutta in Cina la “community based rehabilitation”, su cui l’Oms insisteva da 20 anni, che pone fine alla invisibilità dei disabili. Rivoluzione anche a scuola: la legge prevede che le scuole accolgano gli studenti con disabilità in grado di ricevere l’educazione ordinaria, garantendo loro aiuti. Non è la fine degli istituti speciali, ma quasi: «Si comincerà a settembre con la prima classe delle scuole materne, e un anno dopo l’altro si cambierà il sistema», spiega Stenta. Paletti precisi sono stati messi anche per l’inserimento lavorativo: finora i disabili potevano lavorare solo in alcuni settori, molto manuali (modellare vasi, impagliare sedie, massoterapia), ora invece possono accedere al “lavoro intellettuale”.
Stenta è soddisfatto: «Il progetto terminerà a ottobre 2009, ma speriamo possa proseguire». Il prossimo passo riguarderà i regolamenti attuativi, nazionali e regionali. «È un tema fondamentale, ci sono due Cine: all’Est, la gente ha un guadagno medio di 700 euro al mese, mentre nell’interno non arriviamo ai 30».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA