Famiglia

cartoons a cinque cerchinelle scuole dello Guangxi Il laboratorio di animazione sostenuto da ActionAid, dalla regione al confine col Vietnam sarà esportato in tutto il Paese di Sara De Carli

Lo spirito olimpico insegnato dietro i banchi di scuola

di Redazione

Viste da Jinlong, nella regione del Guangxi, 2.500 km da Pechino e otto dal confine con il Vietnam, le Olimpiadi sono solo una bella favola. Non di quelle che parlano di eroi, principesse o esseri fantastici: no, qui i bambini crescono a riso e realtà. Meglio allora una sana favola educativa, in stile Esopo. Lo stadio c’è, il simbolo olimpico pure – arrivati fin qui attraverso la tv – ma a correre sono un leopardo arrogante, una papera, un cavallo e un leone. Il leopardo è così sicuro di vincere che lascia agli altri un vantaggio: ma ha fatto male i suoi conti, e resta giù dal podio. Morale della favola: vietato essere presuntuosi e, cosa più importante ancora, vietato sedersi sugli allori.
Quello delle Olimpiadi degli animali è uno dei cinque cartoni animati realizzati dai bambini della scuola di Jinlong la scorsa primavera, grazie a un laboratorio di animazione guidato da due tecnici italiani e finanziato da ActionAid, ora raccontato nel documentario Le altre Olimpiadi, di Sebastiano Tecchio. Un’idea innovativa, inizialmente guardata con sospetto dal governo locale: a progetto concluso, però, pare che il governo se ne sia talmente innamorato da pensare di introdurre i laboratori di animazione in tutte le sue scuole.
La scuola di Jinlong conta 862 alunni: 262 sono “left over children”, bambini che vivono soli perché i genitori sono lontani per lavoro; moltissimi restano a scuola tutta la settimana, si lavano i vestiti, cucinano; cento sono sostenuti a distanza da famiglie italiane, attraverso ActionAid. La sezione italiana della ong è in Cina dal 2001, ed è l’unica della rete, insieme ad ActionAid Uk, a finanziare progetti nel Paese del dragone. Nel Guangxi l’Italia è arrivata nel 2005: regione di confine, 3mila yuan di reddito medio annuo (circa 300 euro): in tre anni ActionAid, attraverso personale locale, ha lavorato con 62 villaggi e raggiunto la metà della popolazione della regione. Ha costruito strade per portare la canna da zucchero al mercato anche nella stagione delle piogge; informato sull’Hiv; sensibilizzato sul diritto all’istruzione per le bambine. È per questo che alla fine è riuscita nell’impresa di portare in una scuola cinese una telecamera e un regista.
Al laboratorio hanno partecipato 30 ragazzi, dagli 8 ai 14 anni. La fatica maggiore? È stata inventare le storie, con bambini muti e spaesati dinanzi alla possibilità di liberare la fantasia e creare personaggi.


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