Formazione

Iran, 29 condanne a morte. E molti altri rischiano

Continua la serie di pene capitali pronunciate dai giudici di Teheran. Potrebbero essere condannati 250 piccoli spacciatori e 16 convertiti al cristianesimo

di Redazione

Non si arresta l’ondata di esecuzioni in Iran, dove oggi 6 detenuti sono stati impiccati dopo le 29 condanne eseguite domenica scorsa. Oggi sono saliti sul patibolo tre detenuti nel carcere di Qom, fra cui due condannati per per reati sessuali, ovvero rapporti extra-matrimoniale, due a Isfahan e un sesto a Zahedan, nel Beluchistan iraniano.

Ma preoccupa l’annuncio dato dalla polizia di Teheran dell’arresto di 250 piccoli spacciatori nelle ultime 24 ore. In base alle leggi in vigore, tutti rischiano la pena di morte. Dall’inizio del 2008, sono almeno 120 le sentenze di pena capitale eseguite nella Repubblica Islamica, con un trend di impiccagioni in preoccupante crescita.

Proprio oggi la presidenza francese dell’Unione Europea ha definito le esecuzione collettive di domenica scorsa un «affronto alla dignità umana». «L’Unione Europea» si legge in un comunicato «resta convinta che la pena capitale non possa essere la base di una politica equa ed efficace di perseguimento del crimine. L’effetto dissuasivo di questa pena non è stato mai provato e qualsiasi errore giudiziario è irreversibile».

Proprio oggi sono stati arrestati a Malakshahr, alla periferia di Isfahan, 16 cittadini iraniani convertiti al cristianesimo. I fermati, 6 donne, 8 uomini e due adolescenti, assistevano in una casa privata trasformata in chiesa evangelica alla cerimonia di conversione e di battesimo di tre nuovi adepti.

I padroni di casa, una coppia di anziani, sono stati malmenati prima di essere caricati con forza su un furgoncino senza insegne. Nello scorso mese di aprile altri 10 convertiti al cristianesimo erano stati arrestati a Shiraz.

Le chiese evangeliche ufficiali di Isfahan hanno ricevuto l’ordine di non ammettere nessun musulmano alle loro cerimonie e di non facilitare in nessun modo le conversioni. La legge iraniana non prevede punizioni per le conversioni dall’Islam ad altre fedi, anche se i convertiti di fatto sono soggetti a repressione.

Il governo ha presentato qualche mese fa un decreto legge, attualmente all’esame del Majlis, il Parlamento iraniano, per inserire nel Codice Penale il reato di “ertedad”, l’abbandono della fede islamica. Nel caso che il decreto venisse convertito in legge, chi abbandona l’Islam per abbracciare altre fedi rischierà anche lui la condanna alla pena capitale.


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