Non profit
Disabilità, a Varazze albergo chiuso per discriminazione
Il Comune della cittadina ligure sanziona l'albergo Esperia che non accoglie una persona con disabilità. Prima applicazione della norma della legge 104 che punisce trattamenti differenziati di esercizi pubblici. Lo riporta l'associazione Ledha
Non era mai accaduto prima. Un Comune ha applicato in pieno le misure sanzionatorie previste dalla Legge quadro sull’handicap, la 104 del 1992, disponendo una multa e la chiusura per un mese di un albergo che oggettivamente aveva discriminato un cliente disabile. Il fatto è avvenuto due anni fa a Varazze, provincia di Savona.
L’albergo Esperia aveva accettato la prenotazione di due signore, una delle quali con dichiarati problemi di disabilità. Ma al momento dell’arrivo le due clienti si sono sentite dire: “E’ meglio che vi troviate un’altra sistemazione, sennò ci fate scappare tutti i clienti”. Un atteggiamento a dir poco discriminatorio anche se spesso viene espresso in termini meno diretti. E’ frequente, infatti, che i responsabili di esercizi pubblici, alberghi, agriturismo, ristoranti, e così via, cerchino scusanti per non accogliere adeguatamente, come tutti gli altri clienti, anche le persone con disabilità. Non basta evidentemente un’azione di tipo culturale, ma in casi come questi è fondamentale chiedere il rispetto delle leggi in vigore. Ricevuta la segnalazione, attraverso l’Associazione Parenti Istituto Sacra Famiglia, il Servizio Legale della Ledha si è subito attivato avvalendosi dell’avvocato Patrizia Speciale che ha presentato una denuncia penale alla Procura. Contestualmente è stata inoltrata al Comune di Varazze una richiesta di applicazione della sanzione amministrativa prevista dall’art. 23 Legge 104. Dopo quasi due anni, il Comune di Varazze ha deciso di sanzionare l’Albergo Esperia, con una multa di 1032 euro e la chiusura provvisoria della attività per un mese, in autunno.
Negli ultimi anni sono in effetti diminuite le segnalazioni di episodi di plateale discriminazione dei turisti con disabilità, ma è cresciuto il numero di proteste per la non corrispondenza fra le caratteristiche segnalate di accessibilità e la realtà dei fatti. E’ dunque importante che gli enti locali siano consapevoli, dopo il caso di Varazze, che si può intervenire con decisione per correggere questa impostazione discriminatoria che di fatto sta rallentando l’adeguamento delle strutture a standard minimi di accessibilità per tutti. La Ledha, in tal senso, invita i turisti con disabilità a segnalare con tempestività situazioni di disagio e di discriminazione, in modo tale da continuare in una indispensabile azione di controllo e di proposta culturale di piena inclusione. La vicenda di Varazze rappresenta un caso tipico di come la normativa antidiscriminatoria possa essere applicata.
A differenza della sanzione penale, la cui applicazione potrà essere decisa dal Tribunale solo nel caso venga riscontrata la volontà di offendere la cliente da parte del personale alberghiero (che peraltro contesta la dinamica dei fatti, sostenendo di non aver mai pronunciato la frase “non posso tenere questa ragazza qui in queste condizioni. Mi fa scappare tutti i clienti“), la richiesta di applicazione della sanzione amministrativa non dipende dall’accertamento dell’intento offensivo ma si basa sul concreto effetto, che indubbiamente è stato quello di non consentire di soggiornare nell’hotel. Ciò significa che la sanzione sarebbe stata applicabile anche laddove fosse stato accertato che il personale dell’albergo non aveva alcuna intenzione di discriminare.
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