Formazione

Roma, prefetto incontra delegazione di 150 rom

L'incontro nella sede della Comunità di Sant'Egidio. Obiettivo, la fiducia reciproca per svolgere un censimento rispettoso

di Redazione

Questa mattina il Prefetto di Roma Carlo Mosca ha incontrato presso la Comunità di Sant’Egidio una folta delegazione di Rom di vari gruppi (oltre 150) che vivono a Roma. L’incontro è stata l’occasione per  spiegare direttamente alle persone interessate il processo messo in moto dalle ordinanze “sull’emergenza nomadi”.

All’incontro erano presenti tra gli altri il Presidente della Comunità di Sant’Egidio, Prof. Marco Impagliazzo, e diversi collaboratori del Prefetto Mosca sulla “questione rom”, tra cui il Prof. Mario Quinto.Il Prefetto Mosca, nella sua funzione di Commissario Straordinario, ha spiegato come avverrà il censimento alla luce delle nuove “linee guida per l’attuazione delle ordinanze” emanate dal Ministero dell’Interno e ha ricordato come sia importante instaurare un clima di reciproca fiducia in questa fase iniziale delle operazioni.

I Rom, invitati dalla Comunità di Sant’Egidio che da oltre 25 anni frequenta i diversi gruppi presenti a Roma, provenivano da molti “campi autorizzati” e da diversi “campi spontanei”. In molti hanno preso la parola e hanno espresso grande soddisfazione e gratitudine per la scelta del Prefetto di incontrarli personalmente. Hanno poi fatto diversi interventi per spiegare la loro situazione e rivolto molte domande alla luce delle novità di questi giorni. I vari interventi hanno sottolineato alcuni temi ritenuti prioritari: la concessione di documenti di identità, la scolarizzazione dei bambini, il desiderio di case, cioè il superamento del “campo”.Il Prefetto ha poi risposto lungamente alle varie questioni poste.

Il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, dopo aver ricordato l’impegno della Comunità accanto ai Rom, ha ringraziato il Prefetto per l’incontro ed ha espresso apprezzamento per le “linee guida”: “il nuovo documento”, ha affermato, “chiarisce che le modalità di identificazione per i rom avverranno come per tutti gli altri cittadini, secondo le norme già in vigore, e sottolinea come l’intervento debba avere un carattere prevalentemente umano e sociale. Questo è molto importante perché bisogna smettere di pensare ai Rom come a persone diverse da noi”.

Il prof. Impagliazzo ha poi sottolineato come questo momento possa essere propizio per affrontare e risolvere il problema giuridico dei Rom ex Jugoslavi: “sono alla terza generazione che nasce in Italia, ma non hanno la cittadinanza italiana e nemmeno possono essere espulsi poiché nessuno stato li riconosce cittadini”. Al riguardo Sant’Egidio propone due strade immediate: il riconoscimento dello status di apolide o il permesso di soggiorno per motivi umanitari. L’incontro si è protratto per quasi due ore.


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