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AMI: «La Cai renda gratuita l’adozione, non faccia solo statistiche»

Così l'associazione commenta i dati. E chiede la gratuità almeno per le coppie con reddito sotto i 30mila euro

di Sara De Carli

Adozioni gratuite, almeno per le famiglie con un reddito inferiore a 30mila euro. È la richiesta dell’Ami-Associazione matrimonialisti italiani, a commento dei dati ufficiali sulle adozioni internazionali nel primo semestre del 2008, presentati ieri.

«La vera piaga delle adozioni è data dai costi, a volte del tutto incerti (tra 6 mila e 14 mila euro)», afferma il presidente avv. Gian Ettore Gassani, «e comunque mai alla portata dei ceti meno abbienti. L’adozione resta dunque una scelta per pochi eletti, tanto che la stragrande maggioranza degli aspiranti genitori adottivi appartiene alle fasce sociali medio alte: per la metà si tratta di laureati e comunque di persone che dispongono di redditi notevolmente al di sopra della media nazionale, con ciò determinando una insopportabile discriminazione tra le coppie italiane. L’adozione non può essere un privilegio di pochi visto che essa rappresenta un percorso di amore e di coraggio finalizzato essenzialmente a garantire una famiglia ad un bambino abbandonato. Sono questi i temi che la stessa CAI deve sottolineare e non produrre mere statistiche. L’AMI pertanto auspica adozioni internazionali a costo zero, almeno per le coppie che hanno un reddito complessivo inferiore ai 30 mila euro».


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