Sostenibilità
Dal Wto sì all’Ecolabel di Legambiente Turismo
Riconoscimento di prima categoria per la rete di Strutture ricettive impegnate nella difesa dell'ambiente. Attualmente sono in totale 59 le ecolabel volontarie nel mondo
L’Organizzazione Mondiale del Turismo (WTO) ha riconosciuto come Ecolabel di prima categoria la rete di “Strutture ricettive impegnate nella difesa dell’ambiente” costruita da Legambiente Turismo. E’ quanto emerge dalle conclusioni dello studio del WTO “Voluntary initiatives for Sustenaible Tourism” che ha analizzato tutte le iniziative di ecolabel volontarie per l’ospitalità attualmente esistenti a livello mondiale (in tutto 59). I ricercatori del WTO hanno catalogato come ecolabel di seconda categoria quelle basate sull’autocertificazione o che prevedono soltanto riconoscimenti e come vere e proprie “ecolabel” quelle che verificano “sul posto” i requisiti dei singoli hotel. L’iniziativa assunta da Legambiente Turismo in collaborazione con associazioni di albergatori ed enti locali, prescrive una (o più) verifiche annuali, ed è quindi stata censita dal WTO tra le Ecolabel della categoria superiore. Per l’iniziativa, nata a Riccione cinque anni fa, si tratta del più importante riconoscimento avuto finora. Le iniziative per il turismo sostenibile vedono l’Europa in primo piano con i due terzi delle Ecolabel volontarie presenti in tutto il mondo. Tra queste, 11 si sono riunite nel Network VISIT. Oltre a Legambiente Turismo altre 10 ecolabel. Le strutture locali del network sono strutture presenti in 17 paesi con oltre 1200 hotel, campeggi, agriturismi, B&B, case vancanza ed altre strutture turistiche. “Il riconoscimento del WTO – ha detto Luigi Rambelli, Presidente di Legambiente Turismo – premia un lavoro che punta a introdurre novità importanti per il rilancio turistico e il miglioramento della qualità dell’ospitalità offerta dalle località turistiche, dagli hotel e dalle altre tipologie di alloggio. Nel corso del 2002 – ha aggiunto Rambelli – le strutture aderenti ai progetti di Legambiente sono passate da 127 a 219. La nostra azione di controllo ci ha permesso finora di tutelare la qualità dei progetti”. In seguito ai controlli disposti dall’associazione sono stati esclusi a fine stagione 3 hotel (altri 2 si sono ritirati per cambio gestione). Legambiente Turismo, in collaborazione con i partner del progetto ed alcuni enti di formazione (ECAP e ISCOM), sta svolgendo corsi di formazione a Rimini, Cesenatico, Bologna e Ravenna con la partecipazione di oltre 50 imprenditori. L’obiettivo è di accrescere la qualità delle strutture ricettive e/o l’adesione ai progetti locali. L’iniziativa nata sulla Costa Adriatica, conta progetti in 12 località in 3 regioni Adriatiche (Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo) nelle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, Ferrara, Bologna, Ancona e Teramo e 51 stabilimenti balneari (tutti a Riccione). A livello nazionale è presente anche una ecolabel – gestita dall’Agenzia Provinciale per l’Ambiente di Bolzano – che ha dichiarato l’adesione di 2 strutture. Il WTO ha segnalato inoltre la presenza di una struttura aderente ad un progetto austriaco e di una Guida ai Bioagriturismi realizzata dall’AIAB (Associazione Italiana dell’Agricoltura Biologica).
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