Welfare

Indulto. Radicali: “Riprendiamo sciopero della fame”

Il segretario Daniele Capezzone annuncia la ripresa dello sciopero della fame contro "l'affossamento in Parlamento" del provvedimento di clemenza verso i detenuti.

di Ettore Colombo

I radicali denunciano che in nome delle grandi riforme “il palazzo e i partiti stanno preparando una grande restaurazione partitocratica” ed annunciano per i prossimi giorni, la ripresa dello sciopero della fame “contro il rischio di affossamento dell’indulto che va fatto, viceversa, anche in un’ottica di riforma della struttura”. In una conferenza stampa tenuta stamane nella sede nazionale del partito, il segretario radicale Daniele Capezzone, unitamente a tutta la dirigenza (Rita Bernardini, Benedetto Della Vedova, Sergio D’Elia) ha affermato che “il Presidente Ciampi ha tracciato la strada su cui, come un sol uomo, tutti i leader politici (tranne i radicali) hanno scelto di muoversi nelle ultime 72 ore: siamo dinanzi alla preparazione di un gigantesco processo di restaurazione a cui si dà il nome di “Riforma”, con i controriformatori che si travestono da riformatori. Il dibattito nasce chiuso entro il perimetro del Palazzo, e il castello dei partiti ha già innalzato il ponte levatoio sia nei metodi che nei contenuti, eliminando qualunque tipo di coinvolgimento dei cittadini e tutte le soluzioni più popolari come il presidenzialismo americano, la legge elettorale maggioritaria senza recuperi proporzionali, l’abolizione del finanziamento pubblico”. Ma è sull’indulto, il provvedimento di clemenza invocato dal Papa e anche da Ciampi e che è atteso ora al vaglio del Parlamento, che i radicali daranno battaglia: “Il Parlamento deve fare due cose: dare una risposta ai detenuti, con un “sì” o un “no” e, subito dopo, fare le necessarie riforme di struttura guardando al di là del proprio naso, per evitare di ritrovarci tra un anno nelle stesse condizioni di oggi”. Da qui la decisione di ricorrere a un vecchio strumento di lotta politica, da sempre caro ai seguaci di Pannella. “Lo sciopero della fame dei radicali insieme a centinaia di detenuti – spiega Capezzone – aiuterà tutti ad assumersi presto e bene le proprie responsabilità”.


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