Non profit

L’italia gioca in difesa

Il ministro Zaia e i rappresentanti degli agricoltori italiani si oppongono all’abbattimento dei dazi. Unica voce fuori dal coro quella di Marelli (Focsiv): «Vanno tutelati anche gli interessi dei coltivatori dei paesi in via di sviluppo»

di Riccardo Bianchi

Alla sede di Ginevra dell’Organizzazione Mondiale del Commercio di Ginevra è passato il secondo giorno di trattative per far ripartire il Doha Round e già iniziano i primi scontri tra i rappresentanti dei vari stati e delle varie organizzazioni.

Chiesti meno sussidi per Washington
Il Brasile ha attaccato gli Stati Uniti sui sussidi all’agricoltura. La rappresentante commerciale Usa, Susan Schwab, ha annunciato un taglio di 2 miliardi di dollari sui 17 investiti oggi. Dura la replica dei paesi in via di sviluppo, che hanno chiesto un taglio a 12 miliardi.

È proprio su questo tema che verte tutto l’incontro. Il Doha Development Round prevede, infatti, l’eliminazione di tutti i sussidi all’esportazione, la possibilità per i paesi meno avanzati di definire una lista di prodotti speciali da esonerare dalla ulteriore liberalizzazione e l’accesso ai mercati europei e americani senza dazi o quote. Ma alcune eccezioni sono comunque consentite.

No dall’Italia. Zaia: «Nel nostro mercato si rispettano le nostre regole»
La risposta delle organizzazioni italiane non si è fatta attendere: “no” secco dalla Conferderazione Italiana Agricoltori, che chiede di mantenere le imposte. Critica anche la Coldiretti, che punta sulla necessità di specificare l’origine dei prodotti sulle etichette, esigenza espressa anche dall’Unione Europea, ma che la Scwab ha già bocciato.

Anche il ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia, ha attaccato duramente l’accordo: «Sarebbe pessimo per l’Italia e per l’Europa» ha detto Zaia «Dobbiamo difendere le nostre produzioni e con esse la nostra identità, convinti che chi viene nel nostro mercato debba rispettare le nostre regole» Per il ministro «l’approvvigionamento di ciascuno Stato è ‘condicio sine qua non’ per il suo sviluppo economico futuro».

Marelli: «Da pvs solo petrolio e materie prime senza dazi»
«Per anni l’Europa ha sovvenzionato le esportazioni nei paesi del sud per smaltire le proprie eccedenze agricole» ha commentato Sergio Marelli, direttore generale di Volontari nel mondo Focsiv «è giusto tutelare la nostra agricoltura, ma anche quella dei paesi più poveri. Fino ad oggi riso, banane e zucchero arrivano da noi con il peso dei dazi, al contrario di petrolio e materie prime».

I piccoli agricoltori: «sacrificati per i grandi esportatori»
Anche i piccoli agricoltori si stanno mobilitando. Il Comitato delle organizzazioni agricole dell’Ue ha scritto a Pascal Lamy, direttore dell’Omc, per dire che «i piccoli agricoltori rischiano di essere sacrificati in nome del libero scambio e dei grandi esportatori» cioè Brasile, Australia e Stati Uniti. Alla loro protesta si sono uniti anche i leader agricoli di alcuni paesi in via di sviluppo.

Paraguay: «Rischio nuovo protezionismo tra i poveri»
Ma ci sono anche altre critiche. Il ministro degli esteri paraguaiano, Ruben Ramirez, ha fatto sapere che il 70% delle esportazioni del Paraguay è indirizzato a paesi in via di sviluppo, i quali potrebbero abusare delle nuove misure e creare nuove forme di protezionismo.


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