Non profit

Il saluto dei volontari

A Sydney ce n’erano 8mila, 95 gli italiani. Il loro impegno non è ancora finito. Saranno gli ultimi ad andare via. Ma già fanno il bilancio di un’esperienza straordinaria

di Riccardo Bianchi

È tutto finito. O quasi. Il Papa è tornato a Roma e Sydney sta lentamente tornando alla normalità. Prima di partire, però, il pontefice ha voluto ringraziare gli oltre 8mila volontari che hanno dato il proprio aiuto per far sì che la Giornata Mondiale dei Giovani si svolgesse al meglio.

95 gli italiani presenti, 60 a Casa Italia
Gli italiani erano divisi in due gruppi. 60 hanno prestato servizio a Casa Italia, la sede centrale della delegazione della Conferenza Episcopale Italiana. Altri 35 si sono iscritti con il comitato organizzatore australiano e hanno avuto altri compiti.

I ruoli svolti dai volontari hanno riguardato principalmente l’assistenza ai pellegrini, soprattutto quelli italiani. Si trattava di andare a prenderli all’aeroporto, indicare i luoghi dove avrebbero risieduto, dare una mano anche ai vescovi durante le catechesi quotidiane.

 

 

Sveglia alle 7:00 per mettersi al servizio dei pellegrini
«La mattina ci alzavamo alle 7:00, ci radunavamo per la preghiera e venivamo assegnati ai vari servizi» racconta Giorgio Mirella, responsabile dei volontari «Alcuni dovevano pensare a gestire la segreteria, altri a distribuire Avvenire, altri a seguire dei momenti speciali, come la festa degli italiani. Poi alle 10:30 ci ritrovavamo di nuovo per pregare».

La selezione si è svolta sulla base delle esperienze nelle proprie diocesi e nelle parrocchie di provenienza. «In questo modo» spiega Giorgio «sapevamo che sarebbero stati pronti per un evento come questo e per relazionarsi in modo adeguato con gli altri ragazzi».

Un lavoro difficile? Non proprio, visto che anche i pellegrini dovrebbero (ed è bene sottolineare “dovrebbero”) essere muniti di pazienza e di buon cuore «Ci sono state le solite paure di non trovare i posti per la distribuzione dei pasti, qualche timore di perdersi per la città, ma in generale è andato tutto bene».


Un’esperienza impegnativa, ma pur sempre di fede
La maggior parte di loro ha potuto partecipare a quasi tutti gli eventi della Gmg, tra cui anche la veglia e la messa finali. In altre edizioni, per esempio a Toronto nel 2002, l’organizzazione canadese non lo permise, per mancanza di personale.

Alcuni volontari sono già ripartiti e gli altri torneranno a casa un po’ alla volta «Mentre salivano sull’aereo ci hanno confessato che hanno dato tanto, ma hanno ricevuto altrettanto» confessa Giorgio «Soprattutto hanno imparato che con Dio tutto è possibile, anche quando non sembra».

 

I racconti sul blog: «Sto vivendo un’esperienza da sogno»
Molti dei volontari hanno trascritto su internet le proprie sensazioni, usando i blog per comunicare con le famiglie a casa «Sono felice! Sto vivendo un’esperienza da sogno!» scriveva Nadia nel suo diario online sul sito del Tavolo ecclesiale sul Servizio Civile

«Le strade sono piene di pellegrini con i quali si scambiano saluti e sorrisi» continua Nadia «mi sembra di rivivere le mie Gmg di Roma e Toronto! L’atmosfera è indescrivibile e, sebbene la fatica sia molta, il sorriso non manca mai sul mio volto. Vorrei urlare al mondo intero quanto mi sento fortunata».


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