Mondo

Bono tira le orecchie a Tremonti

Il leader degli U2 definsice «letteralmente incredibile» il taglio ai fondi allo sviluppo decisi dal Governo

di Emanuela Citterio

Robin Hood contro Robin Hood. Bono, da sempre paladino della lotta contro la povertà nel Sud del mondo definisce «letteralmente incredibile» la misura prevista dal governo italiano circa il taglio alle risorse per l’aiuto pubblico allo sviluppo, misura contenuta nel Documento di programmazione economico finanziaria firmato Giulio Tremonti, all’interno della cosiddetta Robin Hood Tax.


«È difficile vedere come Berlusconi e il governo italiano possano programmare di essere leader del mondo quando stanno pensando di tagliare drasticamente i fondi promessi per i più poveri» afferma Jamie Drummond, direttore esecutivo di “Data”, l’organismo di ricerca politico-economico sull’Africa che fa capo al leader degli U2. Drummond ha ricordato che solo poche settimane fa, al summit Fao di Roma, il premier «aveva detto di voler sradicare la fame nel mondo. Ma i suoi piani sembrano essere di sradicare l’aiuto italiano alla lotta contro la fame e la povertà». Data confida che l’Italia «non realizzi questo disastroso taglio» e che «il buon senso e la morale alla fine prevarranno».

La previsione di tagli all’aiuto pubblico allo sviluppo è contenuta in tre righe del Dpef (11esimo comma dell’articolo 60): «L’autorizzazione di spesa di cui alla legge 3 gennaio 1981, n. 7 e alla legge 26 febbraio 1987, n. 49 relative all’aiuto pubblico a favore dei Paesi in via di sviluppo è ridotta di 170 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2009». Una misura disastrosa secondo Associazione ong italiane, Action Aid, Wwf, Cini, Cocis, che taglierebbe di quasi la metà l’aiuto pubblico allo sviluppo gestito dal Ministero degli Affari Esteri.

Action Aid, Cini, Cocis e Aoi: come può l’Italia guidare il vertice del g8?

«I tagli delle risorse nella lotta alla povertà annunciati nel decreto legislativo 112 rischiano di far sparire entro tre anni la cooperazione allo sviluppo italiana» afferma Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid. «Si tratta di una riduzione di quasi la metà dell’aiuto pubblico allo sviluppo gestito dal Ministero degli Affari Esteri che porterebbe le risorse a disposizione nel 2011 a soli 393 milioni di euro». Ad oggi – ricorda ActionAid – sono 750 i milioni di euro che separano il nostro paese dal livello minimo definito a livello europeo per le risorse da destinare all’aiuto allo sviluppo. «Se il Governo non dimostra coerenza tra gli impegni presi a livello internazionale e le risorse messe effettivamente in campo» continua De Ponte, «arriverà all’appuntamento del G8 del 2009 senza alcuna legittimazione internazionale per guidare il vertice». Parere condiviso dalle ong del Cini – ActionAid, Amref, Save the Children, Terre des hommes, Vis, Wwf – che hanno scritto una lettera aperta al relatore della commissione bilancio e tesoro della Camera dei deputati, Marino Zorzato per chiedere coperture alternative in modo da evitare il taglio dei fondi per la Cooperazione allo sviluppo.
«I tagli finanziari per l’aiuto italiano previsti dal decreto legge n.112 del 25 giugno 2008, rischiano di ridimensionare significativamente la dimensione quantitativa dell’aiuto pubblico allo sviluppo italiano, già tra i più bassi dei paesi Ue, proprio alla vigilia della sua presidenza del g8» si legge nella lettera.


Sergio Marelli, presidente dell’Aoi, Associazione che comprende 160 ong italiane, ha definito la decisione del governo «un ulteriore passo indietro nell’impegno verso i Paesi poveri» e fa notare che «nello stesso Dpef si incrementano di 90milioni di euro l’anno gli stanziamenti per le missioni militari all’estero».

La federazione di 25 ong Cocis ha protestato «a nome dei partner del Sud del Mondo che si vedranno tagliati i fondi per sostenere i programmi di sviluppo locale, e ne reclamano il ripristino, quanto meno in nome degli impegni internazionali che tutti i governi che si sono succeduti alla guida del paese, negli ultimi 12 anni, si sono assunti, compreso quello di raggiungere la media europea degli aiuti allo sviluppo entro il 2010». È paraddosale, rileva il Cocis, che si tratti proprio di una manovra all’interno della cosidetta “tassa Robin Hood”: «Mentre l’Italia mette a disposizione della comunità internazionale la città di Milano per l’Expo mondiale 2015 intitolata “Sfamare il mondo” ed il governo si prepara ad accogliere i delegati internazionali per il g8 che sarà centrato nel 2009 sul tema dell’Africa, si tagliano le risorse alla cooperazione allo sviluppo».


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