Famiglia

Unicef: le proposte a Maroni

Trentatre associazioni presentano al ministro le loro osservazioni e le loro proposte. Primo: usiamo i soldi stanziati per interventi di scuola e lavoro, vere garanzie di sicurezza

di Sara De Carli

È iniziato da poco, negli uffici romani di Unicef Italia, l’incontro fra il ministro dell’Interno Roberto Maroni e le 33 associazioni aderenti al “tavolo interassociativo sul pacchetto sicurezza”. Si tratta di un tavolo nuovo, costituitosi dopo l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, delle varie misure per contrastare l’immigrazione irregolare e la criminalità organizzata ad essa connessa. Tra esse, l’ormai famoso censimento dei risiedenti nei campi nomadi, inclusi i bambini: censimento che prevede l’utilizzo della rilevazioni delle impronte digitali. Proprio oggi la Camera ha approvato il disegno di legge di conversione, già approvato dal Senato, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica. Il provvedimento torna ora all’esame dell’altro ramo del Parlamento.


Molte associazioni impegnate nella tutela e promozione dei diritti dei bambini si sono allarmate. Alcune – Unicef in testa – hanno cercato un dialogo con il ministro affinché la loro preoccupazione per qualsiasi tipo di discriminazione nei confronti dei minori o violazione di loro diritti potesse trovare, nel dialogo, maggiori garanzie di efficacia concreta. Trentatre associazioni oggi presentano a Maroni un documento che riassume le loro preoccupazioni in relazione al “pacchetto sicurezza” e alcune proposte di modifica dei provvedimenti che lo compongono.


L’analisi

Il documento, scaricabile integralmente, analizza innanzitutto il decreto legge n. 92. Tra le proposte, l’estensione esplicita del divieto di espulsione per il minore non accompagnato; l’eliminazione dell’aggravante per reati compiuti da minori clandestini; l’eliminazione del reato per chi affitta case ai cladnestini, bastando già la normativa vigente; l’eliminazione dei poteri straordinari conferiti al sindaco, a meno che si prevede di aggiungere anche la sottolineatura esplicita del dovere del sindaco, nell’esercizio delle funzioni straordinarie, della tutela accordata ai minori.
La seconda parte del documento analizza il disegno di legge recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica. Si chiede innanzitutto che il Governo sostenga le amministrazioni locali nel garantire adeguate condizioni abitative a tutti, inclusi gli sgomberati dai campi nomadi. Un ragionamento molto articolato riguarda l’introduzione del reato di impiego di minori nell’accattonaggio: un fenomeno troppo complesso per essere affrontato solo «con un approccio meramente e rigidamente repressivo». Il tavolo interassociativo propone che la sospensione o la decadenza della potestà non dovrebbe mai essere una misura penale e automatica, ma dovrebbe essere decisa dal giudice minorile, in seguito a un’attenta valutazione dell’interesse del minore, affrontando in modo diversificato le differenti situazioni: gli adulti responsabili di riduzione in schiavitù o sfruttamento dovrebbero essere severamente puniti, i casi in cui invece i genitori non sono responsabili di riduzione in schiavitù o sfruttamento ma impiegano il minore nell’accattonaggio soprattutto a causa delle gravissime condizioni di indigenza in cui si trovano, dovrebbero essere affrontati in primo luogo dai servizi sociali con interventi di supporto alla famiglia; è fondamentale prevedere, in particolare, percorsi di inserimento scolastico e sociale, di protezione e di avvio al mondo del lavoro. Infine, il tavolo suggerisce l’eliminazione del reato di clandestinità; dell’articolo che stabilisce la concessione della residenza solo dopo verifica delle condizioni igienico-sanitarie dell’immobile; l’eliminazione dell’aumento a 18 mesi del trattenimento dei minori nei Centri di idetificazione ed espulsione.

 

Le conclusioni

«Il tavolo interassociativo sul “pacchetto sicurezza” pertanto:

–    esprime la propria preoccupazione per la decisione di utilizzare la decretazione d’urgenza per misure che, oltre a non presentare le caratteristiche di necessità e urgenza previste dall’art. 77 Cost., hanno un forte impatto negativo sui diritti dei bambini e degli adolescenti;

–    ritiene che qualora tali norme vengano adottate, non solo non saranno coerenti con l’obiettivo per il quale sono state predisposte, ma non saranno in grado di offrire un valido contributo al miglioramento delle politiche migratorie, in quanto insistono soltanto sulla dimensione di repressione dell’immigrazione irregolare, trascurando le esigenze di inclusione sociale e di sicurezza di tutte le persone che si trovano sul territorio italiano;

–    propone di utilizzare i fondi previsti per tali misure legislative a favore di provvedimenti che garantiscano un’effettiva sicurezza sociale, ad esempio a favore di misure per l’inclusione, la scolarizzazione, l’accesso ai servizi sanitari, l’avviamento al lavoro;

–    auspica che il Governo e il Parlamento aprano un dialogo permanente e costruttivo con le Associazioni per promuovere il rispetto delle norme internazionali volte alla tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, con particolare riferimento ai diritti dei minori migranti.


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