Non profit

sorella di tutti,dei musulmanie anche dei rom

chiesa Intervista a Maria Voce, nuova presidente dei Focolari

di Redazione

Gli amici la chiamano Emmaus, il nome che le diede Chiara Lubich nel 1964. Il suo nome vero è Maria Voce, la nuova presidente del Movimento dei Focolari. Settantuno anni il 16 luglio, nata ad Ajello Calabro, in provincia di Cosenza, si è laureata in Giurisprudenza nel 1959 ed è stata la prima donna avvocato nel foro di Cosenza. Ma proprio all’ultimo anno di università incontra un gruppo di focolarini, e «la mia vita è stata capovolta». «Il fine è diventato Dio e lo studio solo un mezzo per amarlo facendo la sua volontà». Quattro anni da avvocato e poi «in una settimana ho lasciato tutto, senza rimpianti». Era il 1963. Da oltre quarant’anni la sua vita è spesa tutta all’interno del movimento; è tra i promotori e responsabili di “Comunione e diritto”, rete internazionale di avvocati, magistrati e giuristi impegnati nel rinnovamento del mondo della giustizia. Abbiamo provato a conoscerla meglio.
Vita: Ci può raccontare il suo primo incontro con Chiara Lubich?
Voce: Ho conosciuto Chiara nel 1964, quando sono stata alla scuola di formazione del movimento a Grottaferrata. Era venuta a parlarci del cuore del suo carisma: l’unità. Aveva fatto l’esempio dei discepoli di Emmaus, che per la presenza di Gesù tra loro avevano sentito battere il cuore ed erano stati spinti a correre a Gerusalemme per raccontare l’incontro con Gesù risorto. Era l’esperienza che Chiara e le sue prime compagne avevano fatto agli inizi, quando avevano scoperto che quella gioia, luce e pace mai sperimentate prima erano un dono della presenza che Gesù stesso ha promesso quando «due o più sono uniti nel suo nome». Il «due o più» per Chiara portava la famiglia, suscitava la comunità, la comunione. Le sue parole mi spalancavano un orizzonte vastissimo. Ascoltando Chiara è stato come se mi svelasse il mio più vero essere, il disegno di Dio su di me e mi illuminasse il mio passato e il mio futuro. Ho sentito che la mia vita non avrebbe più avuto nessun altro significato se non quello di generare la sua presenza. L’ho subito scritto a Chiara. In risposta lei mi ha dato un nome nuovo, Emmaus.
Vita: Lei è la prima presidente del Movimento dei Focolari dopo la fondatrice, e non fa parte del gruppo dei primi collaboratori. Quali novità introdurrà questa sua nomina?
Maria Voce: Nei 60 anni del movimento abbiamo assistito a continue novità. Chiara diceva di non conoscere quali sarebbero stati gli sviluppi, che lo spartito era scritto in cielo. Di certo tutto si moltiplicherà. La novità nascerà dalla luce dell’unità, dalla presenza di Gesù tra noi che ce ne farà cogliere la direzione, rispondendo via via alle sfide del presente.
Vita: Quale è stato il suo primo atto da neo presidente?
Voce: È stata… un’intervista al Tg1, la mattina dopo l’elezione. Nonostante i lavori dell’Assemblea siano alquanto impegnativi, cerco di trovare il tempo per rispondere alle richieste. Ho grande fiducia nei mezzi di comunicazione. Ne sono certa, possono essere potenti strumenti per favorire l’attuazione del progetto di Dio sull’umanità: «che tutti siano uno», il motivo stesso della nostra esistenza.
Vita: Lei ha vissuto in Turchia per dieci anni, ha avuto quindi esperienza nei campi ecumenico e interreligioso. Oggi in Italia sembra esserci un problema nel rapporto con l’Islam. Dal suo punto di vista quale è la via per sciogliere il nodo della convivenza?
Voce: Per esperienza personale e dell’intero movimento, posso dire che via privilegiata e insostituibile perché le diversità si trasformino da scontro a incontro è aprire un dialogo aperto, sostanziato da quell’amore che spinge a capire l’altro fin nel profondo, sino a penetrare nel suo modo di pensare, di agire, di credere, senza ovviamente, sincretismi o ombre di proselitismo. Il dialogo con i musulmani è iniziato dagli anni 60 in Algeria e si è diffuso in varie parti del mondo, compresa l’Italia. Ciò che si viene a creare tra cristiani e musulmani, al di là delle differenze, è una profonda fraternità, radicata su valori sinceramente condivisi. Gli amici musulmani si impegnano a essere ponti di unità e pace specie là dove l’intolleranza suscita conflitti violenti.
Vita: Che tipo di iniziative state portando avanti in questo campo?
Voce: Le più diverse: dalle attività in campo culturale del Centro La Pira a Firenze, alle attività sociali e sportive dell’Associazione Arcobaleno di Milano, per citarne solo due. A ottobre è in programma un congresso internazionale degli amici musulmani. È il sesto. Ne sono attesi più di 200 da molti Paesi. Nella spiritualità dell’unità trovano incentivo per una più profonda aderenza al cuore della spiritualità musulmana.
Vita: L’Economia di comunione è considerata un’innovazione economica, un for profit rivoluzionario che non dimentica i più poveri senza però fare assistenzialismo. La crisi economica che stiamo vivendo coinvolge anche il vostro movimento?
Voce: Innanzitutto questa situazione ci aiuta a vivere nella sobrietà, è un freno salutare al consumismo. Poi incrementa la comunione dei beni, specie tra le famiglie: circolano vestiti, carrozzine? molte cose che spesso vengono accumulate negli armadi o in cantina? Si sperimenta la legge del Vangelo, «date e vi sarà dato».
Vita: Per statuto a presiedere il Movimento dei Focolari sarà sempre una donna. Quale è l’origine di questa scelta?
Voce: Era desiderio di Chiara e di tutti noi che anche in futuro nel movimento ci fosse continuità con il disegno che Dio ha avuto su di esso per averne affidato l’inizio e lo sviluppo a una donna. Chiara aveva chiesto a Giovanni Paolo II se riteneva possibile sancire nei nostri statuti che il presidente dell’Opera fosse sempre donna. La sua risposta è stata: «E perché no? Anzi!», e lui stesso ne ha spiegato il motivo profondo, essendo il movimento espressione del profilo mariano della Chiesa.
Vita: Come si immagina che sarà il movimento fra dieci anni?
Voce: Il futuro è difficile da immaginare. Io spero che cresca il numero di cristiani delle diverse Chiese e religioni e che trovino, in vario modo, come già avviene ora, nella spiritualità dell’unità, ispirazione per accelerare l’unità tra le Chiese e la fraternità tra i popoli. Guardando a ciò che Chiara ha lasciato in seme, si può forse immaginare che questa dimensione crescerà non solo tra i singoli, ma anche tra i leader, tra i movimenti che numerosi sono sorti anche nelle altre Chiese e religioni e con cui già da anni si è stabilito un rapporto di fraternità.
Vita: Sulla schedatura dei rom avete preso una posizione molto critica verso il governo italiano. Non crede però che il problema vada affrontato con urgenza?
Voce: È una problematica troppo complessa per rispondere con una battuta. Certo che la responsabilità è collettiva, voglio dire di ciascuno di noi. Una forte testimonianza l’ha dato un gruppo dei Ragazzi per l’unità del Movimento di Milano. L’hanno raccontata in una recente manifestazione internazionale: alla ricerca delle persone più emarginate della città, proprio i giovanissimi si sono avventurati in un campo rom: strade infangate, baracche fatte di lamiere, fogne a cielo aperto. Volevano abbattere il pregiudizio che gli zingari sono solo capaci di rubare, provando «a guardarli come fratelli». Hanno iniziato a giocare con i loro coetanei e a inventare varie attività. «I loro grazie carichi di gioia», hanno detto, «erano la risposta più bella per noi».

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.