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Rassegna stampa: giudici al centro, dall’Abruzzo al Sudan
L'arresto del governatore Ottaviano del Turco nello stesso giorno della fine del processo su Bolzaneto e dell'accusa di genocidio ad Al Bashir
di Redazione

Rassegna stampa a cura della redazione di Vita
Sintesi di Franco Bomprezzi
È la magistratura, oggi, a guidarci nella lettura dei quotidiani in edicola. Sono tre vicende assai diverse tra loro a tenere banco e a suscitare dibattito e confronto di opinioni: l’arresto del governatore della regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, la sentenza genovese su Bolzaneto, la decisione del tribunale dell’Aia di incriminare per genocidio il presidente del Sudan, Al Bashir.
Partiamo dal Corriere della Sera. Apertura (con rimandi alla 2/3 e 5) dedicata alle tangenti abruzzesi. L’occhiello parla di prove schiaccianti. Fa da controcanto il ritratto che Paolo Franchi fa di Ottaviano Del Turco: «…intanto, almeno, per chi, ed è il mio caso, lo conosce da una vita, la prima reazione (all’arresto) è di sconcerto e di stupore…L’idea di un Del Turco che, assiso al vertice di un’associazione a delinquere, intasca milioni di tangenti, no, onestamente non ci è mai passata per la testa». A pag 5 la reazione di Veltroni che dopo un lungo silenzio nel tardo pomeriggio di ieri trasmette una nota di solidarietà verso il compagno di partito Del Turco.
La sentenza su Bolzaneto è invece la seconda notizia del Corriere. Il quotidiano chiarisce subito che “non fu tortura” e che nessuno dei 15 condannati andrà dietro le sbarre anche grazie allo sconto di pena previsto dall’indulto. I servizi sono a pagina 8/9. In sostanza il Tribunale non ha accolto la tesi, sostenuta dai pm, che a Bolzaneto sia stata praticata una tortura generalizzata. Nel servizio Agnoletto, all’epoca dei fatti portavoce del Social Forum, nota che «sarà impossibile ricorrere in secondo grado visto che il governo di allora e di oggi ha pensato bene di renderlo impossibile attraverso la prescrizione».Il faccia a faccia politico è affidato all’ex ministro Ferrero del Prc («uno scandalo non si è scelto di fare chiarezza») e a Mantovano di An-Pdl («Bene, si è usciti dalla logica della colpa collettiva»).
La fotonotizia della prima è invece occupata da un’immagine di profughe del Darfur. I servizi sull’incriminazione del leader del Sudan sono a pag.18. Al Bashir dovrà rispondere di genocidio e di crimini contro l’umanità. Il quotidiano milanese nel catenaccio al titolo di apertura sottolinea il silenzio cinese e l’invito alla calma di Washington. Da riportare l’intervista a Emma Bonino che chiude la pagina di resoconto della vicenda. Dice l’esponente radicale: «Se oggi un ricercato della corte penale internazionale si trovasse in Italia, non potrebbe essere arrestato e estradato, in quanto non abbiamo ancora adottato una legge interna di esecuzione che consenta la collaborazione con la Corte».
Repubblica apre con il governatore. “Tangenti, arrestato Del Turco” e dedica la fotonotizia al G8: “Per il pestaggio di Bolzaneto solo 15 condannati, 30 assolti”.
Le prime pagine sono per lui, l’ex sindacalista socialista, l’ex ministro delle finanze (che con Amato lanciò il Bingo, fu presidente della Commissione Antimafia). La cronaca (che riporta anche gli altri 25 indagati, fra cui politici locali e due parlamentari, Aracu e Ginoble), la sua storia personale, il modo con cui il ras delle cliniche private ha incastrato il presidente. Angelini è attendibile, afferma il procuratore Trifuoggi: «dalle sue ammissioni accusatorie e auto accusatorie ha tutto da perdere e nulla da guadagnare». A pagina 4, “Imbarazzo nel Pd, Abruzzo verso il voto”. Nel pezzo si danno le reazioni politiche; Veltroni: «si faccia chiarezza», Marini: «conosco e stimo per la serietà Del Turco e gli assessori», Ferrero sottolinea l’urgenza della questione morale. Di Pietro parla di una nuova Tangentopoli. Solidarietà anche da Nichi Vendola («ho lavorato con lui alla commissione Antimafia e non ho mai dubitato della sua correttezza»). Segnalo l’apertura del Riformista (riportata da Republica): “Ottaviano Del Turco è innocente”.
Fin qui l’opposizione (che non accusa sostanzialmente la magistratura). La maggioranza invece all’attacco. Ovviamente in prima fila, Berlusconi: «mi sembra una cosa molto strana che ci sia la decapitazione completa, quasi una retata di un intero governo», «ho sentito anche il teorema accusatorio. Conoscendo l’attuale situazione dell’accusa in Italia…», «c’è la necessità di una riforma ab imis del sistema giudiziario italiano». Berlusconi commenta anche la sua assoluzione dall’accusa di abusi edilizi in Sardegna ma non una parola sulla sentenza di Genova…
Sulla quale Repubblica torna a pagina 13 con tre pezzi: il resoconto della sentenza (“Bolzaneto, quasi un colpo di spugna”, che riporta alcuni dei comportamenti contestati… E una frase di Laura Tartarini, avvocato dei no-global: «Mettere la gente al muro ed obbligarla a cantare “Viva il duce” o “viva Pinochet” non è un motivo abietto e futile. Ed è una valutazione sorprendente perché il tribunale ha recentemente parlato di futilità giudicando le zuffe tra ultrà del calcio»). C’è la cronistoria del 2001 (“Pestaggi, umiliazione e torture quella vergogna non sarà mai sanata”) e il commento di Ettore Boffano, “La sentenza dimezzata”: «Uno Stato è tale se sa giudicare davvero prima di tutto se stesso, i propri errori e i propri delitti. Se invece non è capace di farlo e non lo vuole, allora lascia aperte le ferite, lascia la sensazione che alcuni siano più uguali degli altri davanti alla legge». Non ci sono reazioni di politici.
Terzo tribunale (pagina 16): “L’Aja chiede l’arresto di Bashir ‘È colpevole di genocidio” (un pezzo che riporta le pesantissime le accuse: genocidio crimini di guerra e contro l’umanità; e spiega i problemi di giurisdizione). Più rilevante il commento di Antonio Cassese, “Il colpo di scena del procuratore”: «qualunque mossa mirante a far valere le gravi responsabilità del gruppo dirigenti di Khartoum, è benvenuta. Tuttavia, alla luce degli argomenti sommariamente resi pubblici ieri dal Procuratore della Corte penale internazionale, si ha l’impressione che il suo passo sia soprattutto un coup de théatre, con scarsi effetti pratici positivi…. Tutto ciò desta perplessità… Se avesse voluto avere qualche reale possibilità di far arrestare Al Bashir… Avrebbe dovuto sottoporre ai giudici una richiesta segreta e chiedere inoltre di non rendere pubblico il mandato di cattura, se sarà emesso dai giudici…». Secondo: non si capisce perché sia accusato solo il presidente del Sudan e non tutti gli altri membri del gruppi dirigente; terzo: perché accusarlo di genocidio e non «di crimini contro l’umanità quali il massacro di civili, lo sterminio, il trasferimento forzato di civili, eccetera. “Genocidio” è ormai diventato una “parola magica”» ma così si rischia di banalizzare il concetto.
Il Sole 24 Ore colloca tutti e tre i temi in prima pagina. A all’interno troviamo, nell’ordine,
Del Turco a pagina 5: il tono del pezzo lascia poco spazio ai dubbi sulla colpevolezza del governatore: si parla di banconote fotografate prima di essere consegnate a casa di Del Turco, da cui il latore sarebbe stato ripreso mentre usciva con in mano le fascette delle banconote stesse. In taglio basso, un ritratto dell’arrestato in cui però si sottolinea: rimase indenne da Mani Pulite.
Sudan a pag. 11: oltre alla cronaca, un’analisi spiega come, sebbene la corte internazionale abbia fatto il suo dovere chiedendo l’arresto del presidente, ora si aprono una serie di problemi gravi: la giustizia internazionale – è la tesi – spesso non aiuta la diplomazia, soprattutto in una situazione complessa come il Darfur, dove gli attori in campo sono molti e ben organizzati, a partire dall’esercito di Khartoum, uno dei più potenti d’Africa, e per finire con il ruolo della Cina, che considera il paese una sorta di “protettorato”. La decisione di ieri getta benzina sul fuoco, e probabilmente il governo si vendicherà contro Unamid, ong e Onu.
Bolzaneto a pag. 16, ma è poco più di un trafiletto senza commenti.
Anche Avvenire ha tutti e tre i temi in prima, benché l’apertura sia sull’ennesima tragedia dell’immigrazione a sud di Lampedusa, con tre morti e almeno 25 dispersi.
I tribunali arrivano a pagina 15. Con «Abruzzo, terremoto sanità. In cella Ottaviano Del Turco». Pura cronaca della conferenza stampa. Un «giro vertiginoso di denaro dall’ammontare complessivo di 14milioni di euro, di cui 12,8 già intascati o promessi».
Titolo neutro ma che dice tutto a pag 17 per il G8. «Bolzaneto, 15 condanne e 30 assoluzioni». Per Avvenire però è importante sottolineare che la sentenza condanna i ministri degli interni e della giustizia a risarcire i no global feriti, essendo stato giudicato responsabile civile: 10-12mila euro a persona, complessivamente. Tutti i commenti raccolti sono di una sentenza «nel complesso soddisfacente», per dirla con i pm. Agnoletto, al’epoca portavoce dei contestatori e oggi europarlamentare, commenta positivamente la sentenza: «Riconosce e stabilisce la verità e indica come le vittime abbiano detto la verità. La provvisionale stabilita a carico del ministero degli interni, poi, indica la chiara responsabilità politica del governo».
Al Bashir è a p. 21. Ricostruzione della vicenda di ieri, con Moreno-Ocampo che chiede l’arresto con l’accusa di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. «Il suo alibi è stata l’insurrezione, il suo intento il genocidio».
“Torna la guerra delle manette” è il titolo d’apertura de Il Giornale. Il commento è del direttore Mario Giordano che sposta il problema sul malfunzionamento della sanità. “Ma cambiamo pure la sanità”, il titolo. E scrive: «Non ci piace il tintinnare di manette, non ci piace che Ottaviano Del Turco sia stato messo in cella di isolamento, senza poter parlare con gli avvocati, secondo l’antico rito di legale violenza ambrosiana. E, se dobbiamo dirla tutta, non ci piace nemmeno che si dica che il presidente della Regine Abruzzo dimostrerà la sua innocenza. Per il momento sono ancora i pm che devono mostrare la sua colpevolezze… Ma bisognerà anche ammettere che al di la di tutto questo che non ci piace, un problema in realtà esiste, e non è Del Turco, ma è la sanità che è diventata il buco nero di questo Paese».
A pagina 5, in centro pagina, spazio dedicato a Bolzaneto: “G8, cade il teorema: «Non ci fu tortura»” : solo 15 i condannati, gli altri 30 assolti. La sentenza dei giudici di Genova nei confronti degli agenti di Bolzaneto sulle violenze in caserma è arrivata dopo 11 ore di camera di consiglio. A pagina 14 sul Sudan. Titolo: «Arrestate il presidente del Sudan: genocidio». Ma la richiesta del tribunale dell’Aia è rigettata da Khartoum che minaccia ritorsioni. L’Onu in allerta sospende l’attività dei caschi blu e fa sgomberare il personale civile.
“Colpevoli e innocenti, comunque impuniti” titola il corrispondente de La Stampa da Genova Paolo Colonnello. Un articolo, il suo, in cui ripercorre le violenze compiute nella caserma di Bolzaneto durante il G8 del 2001. «Il peggio di questa sentenza non è l’indulto che cancellerà ogni residuo di pena entro gennaio del prossimo anno. E nemmeno l’esiguo numero di anni chiesto simbolicamente dall’accusa come condanna per gli imputati» ma che non ha colto «il vero senso di
quel che accadde» nella caserma di Bolzaneto, «è che consegna tutto all’oblio, senza poter riconoscere che anche da noi, nella civilissima Genova, a un passo dall’autostrada che tutti i week end percorrono frenetici migliaia di milanesi e di torinesi, è accaduto qualcosa che pensavamo potesse succedere soli in America latina, solo nei Paesi in guerra o del Terzo mondo».
Sempre su la Stampa un pezzo dal corrispondente da Bruxelles che racconta la requisitoria
del procuratore della Corte penale internazionale sul presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir. «Un criminale, dunque» conclude il pezzo. «Ma portarlo in aula in Olanda ha tutta l’aria di essere una missione impossibile».
Infine Il manifesto. Tutti e tre gli argomenti in prima, ma con diverso peso: foto grande sul G8: immagine di una manifestante con la testa coperta di sangue e un carabiniere che la tiene. Titolo “Lodo Bolzaneto”. Il “Processo per la mattanza nella caserma di Bolzaneto dopo il G8 di Genova, si chiude con un «lodo» per le forze di polizia. 15 condannati, pene miti che nessuno sconterà. Le accuse erano gravissime ma lo stato si assolve” è la sintesi del Manifesto che al tema dedica due pagine (6 -7).
Per quanto riguarda Del Turco, foto in piccolo e occhiello “Abruzzopoli”, al tema una pagina (pag. 5), mentre per il Darfur solo tre righe nei tre richiami e un articolo a pagina 11
Molto ampio lo spazio alla sentenza di Genova diversi articoli che nel sommario della pagina si racchiudono in queste parole: “Su 46 imputati per gli abusi nella caserma genovese. 30 assolti. Gli altri condannati a pene lievi o lievissime. Il primo processo alle forze dell’ordine per i massacri del G8 si conclude con la vittoria dei torturatori”. Ci sono le impressioni dei giovani picchiati che raccoglie Alessandra Fava. Nell’articolo si legge di Luca Arrigoni, che alla lettura della sentenza è arrivato con madre e fidanzata e dichiara: «E’ uno schifo, voglio andarmene dall’Italia..», ancor più arrabbiata la madre: «E’ una presa in giro. Mio figlio nel 2004 ha dovuto essere operato per un calcio nel sedere ricevuto a Bolzaneto. Questa è la giustizia italiana». A Sara Menafra, invece il compito di raccontare la sentenza e ricordare qualche fatto, un articolo che si conclude: «E le parole del Pm Vittorio Ranieri Miniati, “nella sostanza l’accusa di abuso d’autorità (e dunque di tortura, ndr.) è stato riconosciuto”, lasciano l’amaro in bocca».
Il giudizio politico sul caso Abruzzo è tutto nelle righe iniziali dell’articolo di Serena Giannico: “Il bubbone era marcio. Le tangenti hanno ghigliottinato la giunta regionale d’Abruzzo. E screditato il Partito democratico”, segue la cronaca e l’elenco delle persone accusate.
E si arriva al Darfur, Irene Panozzo scrive: «tutto come previsto. Le indiscrezioni dei giorni scorsi, rimbalzate sui principali quotidiani del mondo, sono state confermate ieri mattina quando il procuratore capo del Tribunale penale internazionale (Tpi) dell’Aja, l’argentino Luis Moreno Ocampo, ha chiesto alla corte di emettere una mandato di cattura internazionale per Omar Hassan al-Bashir, presidente del Sudan…». In un box si ricordano i quattro casi aperti dal tribunale internazionale e sono tutti in Africa per i massacri del Nord Uganda del 2002-2004; per gli stupri in Repubblica Centrafricana del 2002-2003, contro i sudanesi per le stragi in Darfur e per il Congo (ad hoc i tribunali su Ruanda, Sierra Leone, Liberia ed ex Jugoslavia)
E inoltre sui quotidiani di oggi:
Corriere della Sera – pag10/11. Doppia pagina sulla terapia del dolore. Il giornale sostiene che dalle malattie gravi al mal di schiena nel nostro paese non si applichino le terapie adeguate, perché si è scelto di combattere le sofferenze con farmaci leggeri anziché usare i più efficaci derivati dall’oppio. Risultati: in questa speciale classifica l’Italia in Europa è il fanalino di coda.
La Repubblica – Segnaliamo dalla prima e poi a pagina 18, la lettera di Francesco Beretta, marito di una malata di sclerosi laterale amiotrofica: “Mia moglie è prigioniera ma lei vuole vivere”: «Non cammina più da sei anni, non usa più le mani da 5, non parla più da 4, si alimenta attraverso un sondino nello stomaco da 3, da qualche mese respira aiutata da un respiratore e da una tracheotomia. Eppure è serena. Certo non è felice di essere ammalata… In questi anni ha continuato a fare la mamma e la moglie… Ha persino iniziato a scrivere riuscendo a farsi pubblicare tre volumi da un’importante casa editrice. Ha finanziato un progetto in Africa, raccolto fondi per la ricerca sulla Sla, ha guadagnato soldi per pagare l’università dei nostri figli… In questi ultimi anni il dibattito pubblico e la richiesta alle istituzioni si è incentrata sulla libertà di poter morire. ciò che noi chiediamo alle istituzioni è che i malati e le loro famiglie siano finalmente messi nelle condizioni di essere liberi di vivere» (nella stessa pagina ancora su Eluana: “Il papà all’Hospice: ricoverate Eluana”. La decisione fra 7 giorni. Fotonotizia: le bottiglie lasciate da Ferrara sul sagrato del Duomo).
Avvenire – a pagina 7 bilancio dei primi sei mesi di attività del numero verde “Mai più sola!”, contro le violenze sulle donne, realizzato da Acmid-donna onlus della Sbai e fondazione Nando Perrotti. È l’unico in Italia a rispondere in arabo (ma anche in italiano, inglese e francese). Chiamano soprattutto le straniere (marocchine e tunisine in testa) e chiamano al mattino quando gli uomini sono al lavoro. Alfano promette un tavolo di lavoro con Acmid per raccordare il lavoro dell’associazione con quello della polizia.
La Stampa – “L’atlante delle epidemie firmato dottor Google”. Si chiama Healtmap ed è l’ultima creatura di Google: una mappa interattiva del mondo con le malattie e le epidemie all’indirizzo
www.healthmap.org. Nata come riferimento per i medici e per la lotta alle epidemie, sta diventando un must per i turisti. Che prima di scegliere una vacanza vanno a informarsi sui rischi che corrono in ogni Paese.
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