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Darfur, manifestazione davanti all’Ambasciata del Sudan

Le associazioni sostengono la decisione del Tribunale Internazionale di accusare il presidente del Sudan di genocidio

di Redazione

La comunità darfuriana in Italia si è ritrovata questo pomeriggio davanti all’Ambasciata del Sudan per manifestare a sostegno della richiesta di incriminazione e arresto del presidente del Sudan, Omar al Bashir, avanzata oggi dal procuratore della Corte penale internazionale dell’Aia.

Tra i partecipanti anche l’associazione Italians for Darfur, i radicali italiani, l’Unione dei giovani ebrei italiani, i Riformatori liberali, l’associazione Nessuno tocchi Caino. «Sosteniamo l’azione del procuratore capo della Corte Penale Internazionale dell’Aia, Luis Moreno-Ocampo» ha affermato la presidentessa di Italians for Darfur, Antonella Napoli «e chiediamo i mandati di arresto per alcuni esponenti del governo di Khartoum, tra cui il Presidente Omar Al Bashir».

«Chiediamo all’Unione Europea di mantenere quanto dichiarato dal presidente del Consiglio dei 27, ovvero che saranno considerate ulteriori misure contro il governo del Sudan in caso di mancanza di conformità con il lavoro del Tribunale penale internazionale».

«La nostra gente in Darfur ha sofferto cinque anni di violenza e nessuno è stato ancora condannato per i terribili crimini commessi» ha detto Mohamed Abkar, portavoce della comunità darfuriana in Italia «L’annuncio del procuratore Ocampo ci dà speranza che le vittime innocenti del conflitto in Darfur non siano state dimenticate e che un giorno ci sarà giustizia per loro e dignità per i superstiti».

«Finora le istituzioni hanno sempre evitato di usare la parola genocidio» ha concluso il presidente di Italians for Darfur «solo noi organizzazioni umanitarie abbiamo avuto il coraggio di denunciare con forza le atrocità commesse in Darfur su mandato dei vertici di Khartoum. Ora non siamo più soli».

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