Non profit

G8, Marelli: «Troppe promesse, ma aiuti in calo»

Secondo il presidente delle ong italiane le parole di Berlusconi sul miliardo per i paesi poveri rischiano di non essere supportate dai fatti

di Redazione

Cifre e dati in calo per gli aiuti ai paesi poveri mentre continuano ad abbondare le promesse. Si parla di crisi alimentare come della nuova emergenza ma si propongono soluzioni tipo la liberalizzazione dei mercati e modelli di sviluppo improntati alle logiche del profitto, come se entrambe non avessero già ampiamente dimostrato di essere tra le stesse cause di questa situazione”. E’ il commento di Sergio Marelli, Presidente dell’Associazione ONG Italiane alle dichiarazioni alla fine del secondo giorno di lavori del G8 su Climate change, Sviluppo e Africa, e Sicurezza Alimentare Globale.

Entrambe le dichiarazioni, quella su Sviluppo e Africa e quella sulla Sicurezza Alimentare Globale, però, «appaiono parole vuote e promesse rinnovate per l’ennesima volta dai leader dei G8» commenta Marelli «che non riescono a riempire lo stomaco dei 900milioni di persone che non hanno cibo sufficiente neppure alla sopravvivenza. Mancano due anni per raggiungere gli obiettivi fissati a Gleneagles e l’unico dato di verità è che lo scorso anno gli aiuti stanziati dai G8 sono diminuiti rispetto al 2006 del 14.1%»

Un dato che per l’Italia assume proporzioni drammatiche. «il nuovo Governo ha proposto con il documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) 2009 un ulteriore taglio ai fondi per gli aiuti ai paesi poveri pari a 170milioni di euro l’anno per i prossimi tre anni. Ecco perché oggi attendiamo e ci auguriamo che le dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi circa uno stanziamento di 1miliardo di euro da parte dell’Italia trovino una controprova nei fatti. Se ciò dovesse accadere sarei il primo a congratularmi con Lui e a fare ammenda del mio pessimismo».

Infine, per quanto concerne la dichiarazione sui cambiamenti climatici, «la citazione dei soli obiettivi minimi di riduzione delle emissioni nocive previsti per il lontano 2050 dà l’idea di accordi che sembrano avere come unico obiettivo evitare ogni impegno nel breve periodo», dichiara Marelli, che conclude: «c’è ancora attesa, ma senza molte speranze, per l’incontro di domani che i G8 avranno con le cosiddette Major economies, cioè Cina e India in testa».

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