Non profit

G8, Marelli: «Rimandate al 2009 tutte le decisioni»

Il presidente dell’associazione delle ONG Italiane critica il vertice. «Dalla prima giornata niente di concreto e risultati deludenti»

di Redazione

A Rusutsu, in Giappone, si è concluso il primo giorno di lavori del G8. Alle 19.30 ora locale, 12.30 in Italia, nella conferenza stampa di fine giornata il portavoce del vertice ha affermato che «in occasione di questo incontro non saranno assunte decisioni, che invece saranno rimandate tutte al G8 italiano del 2009».

Anche rispetto alla crisi alimentare si è solo concordata l’attivazione di misure di emergenza attraverso le agenzie multilaterali e misure sul medio e lungo periodo per le quali i G8 hanno accolto le richieste, avanzate dai capi di stato dei Paesi in Via di Sviluppo (PVS) invitati al summit, di investire in irrigazione e water management, agricoltura, sementi e fertilizzanti. Nulla, tuttavia, si è detto oggi di impegni e decisioni concrete che sono state rinviate a domani.

E proprio domani «noi Ong ci attendiamo un’assunzione di responsabilità da parte dei grandi della terra», dichiara Sergio Marelli, Presidente dell’Associazione ONG Italiane, che ricorda come nel 2007 la media dei Paesi OCSE in materia di stanziamenti per i paesi poveri si attesti sullo 0,28%, con l’Italia che regredisce allo 0,19% del PIL. «Un dato che sicuramente non è una buona base di partenza».

In pratica, «a oggi l’obiettivo di stanziare lo 0,7% del Pil per i PVS, fissato nel 1970, è stato raggiunto solo da sette Paesi ricchi. E anche in Africa nel 2006 solo sei paesi su 24 hanno rispettato l’impegno preso nel 2003 di stanziare il 10% del  loro budget per l’agricoltura» spiega Marelli

D’altra parte, “la povertà e la crisi climatica» aggiunge Marelli «sono due facce di una stessa medaglia, come hanno ricordato anche oggi qui al G8 le Ong dei PVS intervenute in conferenza stampa».

«Servono aiuti» ribadisce Marelli «Ma per essere efficaci, questi aiuti devono essere rapidamente aumentati e utilizzati con maggiore qualità, cioè devono essere investiti nell’agricoltura a dimensione familiare e nei fondi per la cosiddetta adaptation e non nelle produzioni industrializzate che rispondono solo agli interessi delle industrie del Nord del mondo».

Di rilievo per questa prima giornata di lavori, in pratica, solo l’auspicio per una rapida conclusione del Doha Round ovvero delle attività per un attento monitoraggio dell’evoluzione del regime commerciale internazionale e dei negoziati in ambito dell’Organizzazione Internazionale per il Commercio, il cui prossimo appuntamento è atteso entro la fine del 2008. «Ma anche in questo caso ancora niente di concreto», commenta Marelli.

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