Famiglia

Ecco il capo del servizio civile

Leonzio Borea, neo direttore dell’Ufficio nazionale per il servizio civile, si presenta a Vita. L’intervista sul numero in edicola da oggi

di Sara De Carli

Dal 30 giugno l’Ufficio nazionale per il servizio civile ha un nuovo direttore. Si chiama Leonzio Borea, è del 1951, è un avvocato di Sapri, ha un passato da senatore Udc ma a inizio 2008, insieme a Carlo Giovanardi, è passato al Pdl. Tra le prime idee che butta sul tavolo, quella di reperire tra privati fondi aggiuntivi per il servizio civile. E a breve la relazione 2008 dovrebbe essere presentata al Parlamento.

Direttore, si presenta ai nostri lettori?
Non ho fatto obiezione né il militare: esonerato per sovrannumero. Sono stato titolare di porto d’arma, perché vengo da una famiglia di cacciatori: spero non sia un bollino negativo! Contatti con associazioni di volontariato ne ho sempre avuti, in particolare con la Caritas della mia diocesi, ma non mi sono mai iscritto a nessuna per mantenere una certa equidistanza. Mi sono coinvolto personalmente col Moige – Movimento italiano genitori, come consigliere giuridico, perché la famiglia è un tema a cui tengo moltissimo. Questo incarico per i giovani è in continuità con il mio impegno per la famiglia.

Ha già un piano d’azione?
Il primo obiettivo è lo scongelamento dei 33 milioni di euro previsti dalla Finanziaria 2008 e poi bloccati dal governo Prodi nell’insieme dei tagli previsti per i dipartimenti. Noi riteniamo che questa misura non ci debba riguardare, perché il nostro ufficio dipende direttamente dalla Presidenza del Consiglio. In generale il fatto che l’Ufficio sia tornato alla Presidenza del Consiglio è un segno di attenzione e nello specifico questo ci dà non dico la certezza ma sicuramente maggior forza nel chiedere l’esonero da questo accantonamento. Ovviamente se si sbloccano questi fondi, si farà un bando straordinario. Per non parlare dei 100 milioni accantonati per il 2008 per i versamenti contributivi ai volontari: stiamo verificando se non si possa invece avvalersi della contribuzione figurativa, come accadeva per il servizio militare.

Giovanardi ha accennato a risorse regionali per finanziare i progetti. Volete estendere i finanziatori?
Ci stiamo ragionando. Per esempio l’Ufficio è solito realizzare un’agenda che viene data gratuitamente ai volontari, con l’editore stiamo pensando di metterla in commercio. Non sarà una grossa cifra, ma qualche progetto potrebbe essere coperto anche così.

Altro punto critico sono i criteri di valutazione dei progetti. Si parla di una vittoria dei “progettifici”…
Parzialmente è vero. Innanzitutto però ricordo che il 46% dei progetti finanziati sono valutati dalle Regioni, per cui fin dal primo giorno del mio insedimento ho manifestato la necessità di una nota di indirizzo alle Regioni perché, avendo loro il potere di valutare i progetti, si assumano poi anche il compito di effettuare i controlli, cosa che non sempre fanno.

Sposterà l’ago della bilancia?

No. Prima ancora di insediarmi ho ricevuto la protesta di enti che propongono criteri territoriali o altri che lamentano un danno da mancato contributo integrativo… mi sembra assurdo, gli enti devono capire che non si possono fare speculazione sui fondi destinati ai volontari. Un criterio per valutare le proposte ci deve essere, quello del progetto mi sembra oggettivo e chi è più abile nella presentazione del progetto sarà avvantaggiato: non ci vedo nulla di discriminatorio.


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