Politica

prepensionamento di statoa chi fa il volontario Gli statali potranno andare in pensione cinque anni prima: a chi si impegna nel terzo settore, sarà versato il 70% dello stipendio di Sara De Carli

finanziaria L'idea nel decreto legge di Tremonti

di Redazione

Idipendenti pubblici a cui mancano meno di cinque anni alla pensione, potranno chiedere di essere esonerati dal servizio per dedicarsi al volontariato. Lo Stato continuerà a versargli i contributi figurativi e il 70% dello stipendio.
Lo prevede il decreto legge del ministro Giulio Tremonti «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico». L’articolo è il 72, «Personale dipendente prossimo al compimento dei limiti di età per il collocamento a riposo», e riguarda, per il triennio 2009-2011, tutto il personale delle amministrazioni dello Stato, esclusa la scuola. La domanda di esonero è volontaria e l’amministrazione valuterà se accoglierla, in connessione esplicita con riorganizzazioni o riduzioni di organico. Il “prepensionato” a quel punto potrà scegliere se lavorare come consulente (ricevendo il 50% dello stipendio) o svolgere «in modo continuativo ed esclusivo attività di volontariato, opportunamente certificata, presso organizzazioni non lucrative di utilità sociale, associazioni di promozione sociale, ong che operano nel campo della cooperazione con i Paesi in via di sviluppo»: nella seconda ipotesi «il predetto trattamento economico temporaneo è elevato dal 50 al 70%».
Un articolo che «farà storia»: così Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia per le onlus, saluta la sorpresa di Tremonti. «Innanzitutto il governo è molto coraggioso nello scrivere nero su bianco che la produttività di alcuni suoi dipendenti è inferiore alla metà del loro stipendio, ma la cosa davvero positiva è che questo è un segno importante di attenzione al terzo settore». La spiega così, Zamagni: lo Stato avrebbe potuto limitarsi a dare il 50% dello stipendio a tutti, invece ha scelto di sborsare il 20% in più per chi si impegna nel terzo settore. Quindi, dal punto di vista dei soldi lo Stato «ci rimette il 20%, è come se facesse un regalo al terzo settore, consentendogli di utilizzare a proprio beneficio questa forza lavoro». Idea promossa a una condizione, precisa Zamagni: «Che sia salvaguardata la volontarietà dell’ente ospitante, che non venga imposto niente a nessuno. L’organizzazione deve poter conoscere la persona, deve esserci un rapporto dialogico. Vedremo il regolamento».
Soprattutto, dice il professore, l’idea di Tremonti potrebbe generare un imprevedibile effetto emulativo: «Se lo fa lo Stato, perché non lo possono fare le imprese private? Allora sì ne vedremo delle belle. Sarebbe data finalmente attuazione alla legge sulle onlus, che prevede il volontariato d’impresa».


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