Non profit
il governo vuole un 5 per mille per sempre
impegni Il sottosegretario Casero: «Pronti a stabilizzare il contributo»
di Redazione
«Stabilizzeremo il 5 per mille. È un impegno preciso del governo. Non so se lo faremo in Finanziaria, o con una legge apposita. Ma lo faremo, questo è sicuro». Parola di Luigi Casero, sottosegretario al ministero dell’Economia, raggiunto al telefono al termine della votazione del decreto fiscale, avvenuta il 1° luglio alla Camera.
Un impegno che dà buone speranze a tutto il non profit in un momento politico concitato, scandito dall’inizio, a fine giugno in Parlamento, del lungo cammino della Finanziaria. Un appuntamento che, da tre anni in qua, è accompagnato dai sospiri e dai brividi di migliaia di onlus per la sorte del 5 per mille: lo mettono, non lo mettono? Se lo dimenticano, se lo ricordano? Domande non peregrine, visto che la misura fiscale deve essere inserita nelle Finanziarie (e lo è stata per un pelo, si potrebbe dire, visto che nelle leggi per il 2007 e 2008 se la erano scordata?) per poter entrare in vigore.
Nato come “esperimento” fiscale alla fine del 2005, il 5 per mille infatti non è ancora stato confermato con una legge dello Stato. Qui è il punto: da tempo questo giornale, il Forum del terzo settore, diverse organizzazioni non profit e, last but not least, una petizione del Sole24Ore che raccolse migliaia di firme chiedono al governo di attivarsi affinché il Parlamento approvi in fretta una legge che tolga il 5 per mille dal suo stato di precario eccellente.
Le solenni promesse di onorevoli e sottosegretari in questo senso si sprecano: nella scorsa legislatura un identico progetto di legge venne depositato alla Camera e al Senato da due parlamentari di opposti schieramenti, Giorgio Benvenuto (allora Ds, oggi non è più in Parlamento) e Giorgio Jannone (allora Forza Italia, ora Pdl e relatore della Finanziaria); alle prime battute del nuovo Parlamento una significativa triade composta da Maurizio Lupi (Pdl), Ermete Realacci (Pd) e Savino Pezzotta (Udc) si impegnarono pubblicamente, nel corso di un convegno sul 5 per mille organizzato da Vita, a mettere a punto al più presto una proposta di legge. Il sottosegretario con delega alle Politiche sociali, Eugenia Roccella il 27 giugno in Parlamento ha affermato che «c’è sicuramente, da parte del governo, l’intenzione di emanare un provvedimento legislativo che stabilizzi l’istituto del 5 per mille». Dunque la volontà c’è, l’attesa pure, l’opportunità non manca, la necessità si spreca. E allora cosa si aspetta? «Stabilizzare il 5 per mille è uno degli obiettivi del governo», ha affermato Luigi Casero. «Infatti abbiamo previsto tanti tagli di spesa, ma lo stanziamento che occorre per riproporre il 5 per mille anche per il 2009 ci sarà. Chiaro che puntiamo a renderlo stabile, togliendolo dalla precarietà: non so ancora se lo faremo con una legge, oppure con un provvedimento inserito nel perimetro della Finanziaria, ma lo faremo. È una promessa».
Speriamo, anche perché aspettare il Parlamento potrebbe essere vano: tra Camera e Senato risultano depositati, per questa legislatura, cinque pdl sul 5 per mille, tra cui quello dell’onorevole Jannone. Neppure uno è stato ancora discusso in nessuna commissione, uno è ancora da assegnare. Tocca al governo, dunque, fare la sua parte.
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