Cultura

Zimbabwe, Frattini: «Onu potrebbe andare oltre le parole»

Il ministro ha annunciato che al G8 si parlerà della crisi del paese africano. Intanto i vescovi africani criticano Mugabe: «Il popolo ha il diritto di scegliere il proprio presidente con un’elezione libera»

di Redazione

La comunità internazionale «non può voltare la testa dall’altra parte davanti alla drammatica crisi dello Zimbabwe». Sono le parole del ministro italiano Franco Frattini, a Kyoto per la riunione dei ministri degli esteri dei paesi del G8.

Frattini ha avvertito che le Nazioni Unite sono pronte ad andare oltre le semplici parole di condanna, ma preferiscono aspettare perché a pagare sarebbe soltanto la popolazione e perché si vuole dare un’ultima possibilità all’Unione Africana.

Gli Stati Uniti, per bocca del segretario di stato, Condoleeza Rice, hanno ribadito di non riconoscere il voto di domani: «Nessun ballottaggio, che non veda la partecipazione dell’opposizione può essere legittimo» ha confermato la Rice.

E domani, durante la sessione ufficiale del G8, sarà proprio lo Zimbabwe uno dei temi caldi della riunione. Secondo il ministro esistono sensibilità diverse tra gli otto stati nei confronti del paese africano, ma tutti puntano ad isolare il presidente Mugabe.

Oggi la presidenza di turno slovena dell’Unione Europea si è detta profondamente preoccupata per come si sta svolgendo l’attuale processo elettorale e ha espresso il suo pieno sostegno all’appello della Comunità per lo Sviluppo dell’Africa Australe di rinviare il secondo turno del voto, in programma domani.

Intanto oggi anche il Papa è intervenuto sulla questione, anche se non direttamente. «Nei paesi africani servono il rispetto delle regole del diritti e una lotta radicale ad ogni forma di corruzione» ha detto il Santo Padre, «altrimenti non vi possono essere né pace, né fiducia dei cittadini nei propri dirigenti».

Ieri si erano pronunciati con estrema chiarezza i vescovi cattolici del continente, i quali hanno chiesto all’UA di non riconoscere il governo di Mugabe. «Siamo preoccupati per questa situazione» hanno scritto i presuli in una lettera all’agenzia Fides «perché la crisi potrebbe allargarsi all’intera regione»

«Chiediamo lo sforzo unitario della comunità internazionale sotto la guida dei paesi dell’Africa australe» hanno concluso i rappresentanti della Chiesa africana «Il popolo dello Zimbabwe ha il diritto di scegliere il proprio presidente in un’elezione libera»

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