Famiglia

Bolzano: monaca di clausura testimonial di una banca

La religiosa, ricompensata con 5000 euro, devolverà il proprio "cachet" a fin di bene

di Gabriella Meroni

Dalle austere celle di un monastero di clausura a testimonial di una banca sulle pagine dei giornali. E’ il singolare percorso di suora Maria Ancilla Hohenegger, il cui volto con il velo e’ apparso sulle pagine dei giornali locali altoatesini durante le feste natalizie per sponsorizzare la banca Raiffeisen. Suor Maria Ancilla e’ la badessa del monastero di Sabiona, un istituto dell’ordine delle Benedettine che sorge in cima ad un picco montuoso nei pressi di Bressanone. Fino a pochi anni fa le suore uscivano dal convento soltanto per recarsi al seggio elettorale, velate di bianco in sella a dei cavalli. Oggi i contatti con il mondo sono ancora poco frequenti, ma almeno le suore al seggio ci vanno con una Jeep. Quali sono i motivi che hanno spinto la religiosa ad aderire ad una campagna pubblicitaria di un istituto di credito? ”L’ho fatto a fin di bene”, ha spiegato la suora in un’intervista al giornale Alto Adige. Per la sua prestazione pubblicitaria, infatti, la monaca ha ottenuto la somma di 5 mila euro che saranno spesi per iniziative benefiche. ”Sono rimasta molto sorpresa – confida la religiosa – quando ho saputo che avevano pensato a me come testimonial. La banca ha contattato per primo il mio ordine, che subito ha dato il consenso all’iniziativa. Mi hanno poi convinto ad accettare la proposta, perche’ era un’iniziativa a fin di bene”. ”E’ stata l’occasione, in un momento particolare come e’ quello del Natale – dice ancora la monaca di clausura – di lanciare un messaggio che ho scritto io e che appare a fianco della mia foto sul giornale: Gesu’ Cristo, il Dio incarnato, e’ la luce del mondo. Egli cerca noi uomini. Ogni uomo, senza eccezioni. Oggi come allora”. Cosi’ la monaca spiega come sia stato possibile far parte di una campagna pubblicitaria pur essendo suora di clausura: ”La clausura – dice – e’ silenzio, preghiera e meditazione, ma questo non significa isolarsi ed ignorare i problemi di chi soffre. Capita, ad esempio, spesso che chi e’ in difficolta’ venga da noi in cerca di un aiuto spirituale o anche soltanto di un consiglio”. Il convento nel quale la suora vive assieme a sette consorelle venne edificato alla fine del 1600 occupando una superficie di 20 mila metri quadrati. Risale a quel periodo il primo insediamento delle suore Benedettine.


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