Welfare

E’ battaglia sull’indulto. Polo, An compresa, e Ulivo spaccati

Molti i politici in visita in carcere a Natale, compreso il ministro Alemanno (An): "La Chiesa ha ragione". Ma Gasparri replica: "Misura dissennata". Divisioni a sinistra

di Ettore Colombo

L’unico argomento che sembra toccare e muovere le assonnate acque della politica italiana, una volta archiviata la legge Finanziaria, passata alla Camera dopo un vero tour de force prenatalizio, in questi giorni di festa, è quello del dibattito sull’amnistia-indulto sì o no e sul cosiddetto indultino. Il ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri ha bocciato – proprio in queste ore – il provvedimento di sconto pena per “svuotare le carceri sovraffollate”, che sarà sicuramente nell?agenda della attività parlamentare dopo la pausa festiva. La norma per la quale lo stesso Presidente della Camera, Pierferdinando Casini, ha auspicato un percorso rapido, rischia di diventare uno dei tormentoni nei primissimi giorni del 2003. E per il 16 gennaio è già stata fissata una giornata di mobilitazione nazionale sul tema delle carceri. “E? un gravissimo errore ? dice sicuro Gasparri – La gente chiede sicurezza e il governo ha dato il poliziotto di quartiere. Il Parlamento non può dare scarcerazioni facili”. E la promessa conseguente non può che essere quella di una opposizione strenua, a quella che considera una “misura dissennata, che si rivelerebbe un gesto di lassismo”. Gasparri puntualizza il concetto: “Vanno garantite condizioni di carcerazione più umana, con il recupero di chi compie reati, ma non l’impunità. Questa sarebbe un grave errore che il Parlamento non deve commettere”. Di diverso avviso il suo collega di partito e di governo, il ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno, che – andato in visita al carcere di Rebibbia, sezioni femminile e giudiziaria – spiega: “In questi giorni di festa abbiamo voluto essere vicini a coloro che stanno peggio di noi, portando la nostra solidarietà ai detenuti che vivono in carceri sovraffollate e anche agli uomini della polizia penitenziaria che svolgono spesso in condizioni precarie un lavoro di estrema delicatezza”. “Ai molti detenuti che mi hanno chiesto informazioni sui provvedimenti di clemenza in discussione in Parlamento ho risposto che considero l?attuale proposta un esperimento migliorabile durante l?iter parlamentare. Tale provvedimento potrà servire a verificare concretamente l?impatto sociale e gli effetti per l?ordine pubblico e per la lotta alla criminalità di interventi di questo genere. A tale proposito non posso non associarmi al rinnovato appello della Chiesa cattolica per dare una prospettiva di speranza a chi vive oggi in condizioni spesso al di sotto di ogni livello di umanità e di civiltà”. Raccoglie l’invito a un maggior coraggio il portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi, che risponde: “Spero che il Parlamento sappia assumere una decisione chiara in relazione ad uno sconto di pena per i detenuti. Perché ritengo che una decisione del Parlamento su questo punto avrebbe un significato che va al di là dello stesso provvedimento in esame. Una risposta chiara infatti ad un problema reale in cui si trovano le carceri in Italia e all’invito rivolto ai parlamentari dal Santo Padre Giovanni Paolo II significherebbe che il nostro Paese non è dominato da sentimenti di rancore e di paura, ma al contrario ha fiducia in se stesso e nel nostro avvenire. Sarebbe un forte segno di speranza nel futuro dell’Italia”. “E un gesto di coraggio sull’indulto – conclude – aprirebbe la strada anche ad un confronto sulle riforme di cui il Paese ha bisogno”. Sulla medesima lunghezza d’onda il senatore dell’Udc Maurizio Ronconi, che afferma senza giri di parole: “Una larga maggioranza parlamentare è favorevole all’indulto e non sarà certo la sparuta pattuglia di contrari a vietare che s’incontri. Il Parlamento – prosegue – applaudì convintamente le parole del Papa, si avverte una reale necessità di chiudere una fase della nostra storia e soprattutto rendere accettabile la vita nelle carceri. Se poi una parte di AN continuerà a manifestare contrarietà, pazienza, sarà dalla parte della sparuta minoranza che democraticamente si adeguerà alla volontà dei più. Anche perché la questione non fa parte di alcun programma elettorale e dunque ciascuno sarà libero di assumere una posizione”. Il richiamo al discorso del Papa Giovanni Paolo II, durante la sua storica visita alla Camera dei deputati è il punto d?appoggio di un largo movimento d?opinione che più volte nei giorni scorsi aveva fatto leva per uno sconto della pena. Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, capendo che c?è un varco nel secondo partito di maggioranza, attacca Gasparri: “Perché inchiodare la destra italiana a posizioni forcaiole che neanche esprimono il sentimento e le ragioni degli elettori del Polo? Lo stesso popolo di An è schierato su posizioni garantiste: lo testimoniano le centinaia di migliaia di firme e i milioni di voti di elettori di Alleanza Nazionale sui referendum radicali per la riduzione della carcerazione preventiva, per la separazione delle carriere, per la responsabilità civile dei magistrati”. E come spiega lo stesso Capezzone ora la palla passa ora al fronte dei “favorevoli”: Forza Italia, Ds, Margerita, UDC, SDI, Verdi, Comunisti italiani e Rifondazione comunista. “Se vogliono e se ne hanno la convinzione, queste forze dispongono di una maggioranza dell’80% in entrambe le Camere. Cosa aspettano? La nonviolenza radicale li aiuterà ad assumersi presto e bene le loro responsabilità”. Non bisogna leggere tra le righe per capire che i Radicali sono pronti a nuovi scioperi della fame. Paolo Cento, annunciando che i Verdi promuovono una raccolta di firme nei penitenziari a sostegno di un condono “generalizzato”, colpisce invece nel mucchio. “Il no di An e Lega Nord all’indulto, dopo il loro indecente sì ai condoni, è gravissimo”. “I Verdi – prosegue – ribadiscono il proprio impegno a sostegno di un provvedimento di indulto generalizzato e non diretto solo a particolari categorie di reati. E’ necessario che il Parlamento approvi, insieme alla proposta Pisapia-Buemi, anche le proposte di legge sull’indulto e sulla modifica dell’articolo 79 della Costituzione, relativo all’abbassamento del quorum per l’indulto”. Perché senza accordo e voto a favore di 2/3 della Camera l?indulto rimane un progetto, una promessa, sostiene Cento. Come lui la pensa anche Sergio Segio, portavoce con Sergio Cusani di “Liberi Liberi”, associazione di ex carcerati che ha espresso la propria contrarietà al cd. indultino sostenendo “che non è certo così che si svuotano le carceri” Anche in forza di queste critiche sta l’iniziativa dei deputati del Prc Giovanni Russo Spena e Elettra Deiana che annunciano emendamenti al testo del cosiddetto ”indultino” e lo attaccano: “Contrasteremo le intenzioni espresse da Gasparri, ma non accetteremo nemmeno alcune restrizioni che il centrosinistra sta imponendo. Questo provvedimento deve essere infatti inteso come il primo passo verso un indulto più complessivo, non certo l’unico atto che salvi la falsa coscienza di tanti sepolcri imbiancati”. Insomma, come al solito, a sinistra ci sono quelli che non sono proprio mai contenti.


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