Cultura

Se dentro il pacchetto c’è anche la trappola…

Turista fai da te? Forse, non è poi la tragedia che lascia intendere una vecchia pubblicità...

di Redazione

Secondo Roberto Barbieri del Movimento Consumatori sono i pacchetti turistici, le formule “tutto compreso” organizzate dai tour operator e vendute dalle agenzie viaggio, le vacanze più insidiose. «Quasi il 50% dei reclami che arrivano ai nostri sportelli Sos Turista riguardano, sotto diversi aspetti, questi pacchetti». Un numero alto, che si spiega anche col fatto che questa modalità di viaggio è di gran lunga la più diffusa in Italia e che, d’altro canto, i viaggiatori “fai da te” sono dotati di un notevole spirito d’adattamento. Ma tant’è, questo non autorizza gli operatori a utilizzare strutture obsolete, modificare gli orari di partenza a piacimento e gonfiare i prezzi del pacchetto a pochi giorni dalla partenza. Per evitare questi inconvenienti, in certi casi, occorre seguire alcuni semplici consigli. In altri, invece, c’è ben poco da fare.


Quando si prenota…
Primo. Imparare a memoria il catalogo distribuito dal tour operator. «È parte integrante del contratto che si stipula», spiega Barbieri, «e spesso è lo strumento che genera maggiori fraintendimenti: occorre confrontare attentamente non solo i prezzi, ma anche i servizi offerti, facendo particolare attenzione a quelle voci, spesso obbligatorie ma con prezzo separato, e che vanno comunque a integrare la spesa totale (pulizie; biancheria; iscrizione a un “club” per accedere a servizi sportivi, ecc.)».
Su Internet, poi, serve un surplus di prudenza. La fregatura, infatti, è dietro l’angolo. Si moltiplicano ad esempio i casi di siti fantasma spariti nel nulla dopo avere incassato le somme richieste. I pericoli, naturalmente arrivano dai siti dei tour operator meno conosciuti: «In questo caso», spiega l’esperto, «è consigliabile accertarsi dell’esistenza fisica dell’impresa. Stampare le condizioni generali di contratto è sempre una buona norma, soprattutto in mancanza di un catalogo cartaceo. Se il sito non offre questa possibilità è meglio lasciare perdere: probabilmente ha qualcosa da nascondere».

 

Cambi di rotta e di prezzo
Se il tour operator modifica il prezzo che avevate pattuito in sede di contrattazione, c’è poco da fare. La legge glielo consente. Con due limiti, però: non può chiedere più del 10% del prezzo pattuito e può farlo comunicandolo come minimo 20 giorni prima dellapartenza. Pena, la recessione senza penali dal contratto o la partenza alle condizioni iniziali. Non è tutto: «L’organizzatore del viaggio può persino annullarlo», avverte Barbieri, «nel caso in cui non si raggiunga il numero minimo di partecipanti e nel contratto ci sia una clausola che lo preveda».
Il consumatore, viceversa, non ha questo privilegio: può al massimo trovare un sostituto fino a 4 giorni prima del viaggio. Se però il sostituto fa il furbo e non paga, il tour operator si rivolge al precedente sottoscrittore del contratto che comunque è tenuto a pagare parte del costo del pacchetto. In alcune agenzie però viene offerta una polizza assicurativa aggiuntiva per proteggere il turista da questi inconvenienti.

Sorprese alla partenza e a destinazione
Avevate programmato tutto: partenza ore 8.30 del mattino, per non perdere nemmeno un’ora di mare. E invece, quello che doveva essere il primo giorno della vostra vacanza diventa una versione nostrana di The Terminal: l’aereo parte alle 20 di sera. Giornata persa, che poi la maggior parte dei viaggiatori dimentica dopo una vacanza rilassante e ben riuscita. E così, tornati a casa, ci si dimentica anche di sporgere un reclamo. Ma spiega Barbieri, «il comportamento dei tour operator in questo caso è illegale ». La legge indica «il luogo, la data e l’orario di partenza» fra gli elementi essenziali del contratto, nonostante molti tour operator la considerino semplicemente una clausola «puramente indicativa». Fate valere i vostri diritti con reclami formali e richieste di rimborso. Avete ragione.

All’arrivo a destinazione le sorprese possono essere di vario genere: pulizia approssimativa, un hotel a quattro stelle che sembrano due (regalate), cantieri aperti nel bel mezzo del villaggio, spiaggia lontana o privata, cibo di dubbia provenienza. Il consiglio in questo caso è segnalare subito il disagio a un rappresentante del tour operator locale: è l’unico che può risolvere il problema in tempi brevi. Altrimenti, armatevi di macchina fotografica e taccuino: più completo e circostanziato sarà il reclamo che presenterete, meglio sarà. Un’accortezza: il reclamo va inviato sotto forma di raccomandata al tour operator (non all’agenzia) entro dieci giorni lavorativi dal rientro.

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