Non profit

Gli angeli della monnezzabenedetti da Berlusconi

napoli Dopo l'appello del premier, in arrivo mille volontari

di Redazione

Arriverà a Napoli entro luglio il primo contingente di volontari da impegnare sul fronte dell’emergenza rifiuti. L’appello di Silvio Berlusconi, che in una delle trasferte napoletane aveva invocato l’arrivo in forze di volontari immaginando una mobilitazione simile a quella dell’alluvione di Firenze del 1966, ha trovato subito una risposta concreta. In un progetto messo a punto dal Comune e recepito dalla Protezione civile che ne sarà il braccio operativo. Arriveranno almeno un migliaio di persone, non da tutta Italia come aveva immaginato il premier, ma dalla sola Campania. «Non sostituiranno nessuno, ma affiancheranno gli operatori comunali e i militari per rendere ancora più efficace il servizio», precisa a Vita Agostino Miozzo, dirigente generale della Protezione civile per il volontariato. «Chiariamo subito una cosa: i volontari non dovranno spazzare la monnezza», spiega Miozzo, «piuttosto verrà chiesto loro di partecipare allo start up della raccolta differenziata, tramite attività di organizzazione e di informazione alla popolazione».
La messa a punto del piano è quasi giunta al termine: «Abbiamo ricevuto anche la benedizione diretta del presidente del Consiglio, non resta altro che mettersi all’opera. Di sicuro entro luglio saremo pronti, è un progetto straordinario che risponde a una dinamica emergenziale, da trattare come una calamità naturale». «Per questo, prima parte meglio è per tutti», continua il dirigente, «se la raccolta differenziata prende piede, si avranno subito almeno due benefici e uno immediatamente successivo: prima meno rifiuti per le strade e da portare alle discariche, poi un aumento di entrate pubbliche date dall’indotto che si ricava dal ciclo dei rifiuti».
Ma qual è l’identikit di questa nuova forza lavoro non profit? «Saranno in primo luogo volontari appartenenti agli enti del sistema nazionale di Protezione civile, che conosciamo già e che sono più facili da gestire a breve termine rispetto a persone di altre organizzazioni esterne al sistema», risponde Miozzo. «Ma, in un secondo momento, gli spazi per ulteriori contributi al decollo dell’iniziativa ci sono e sono molti, a cominciare da chi può dare una mano alla promozione del progetto nelle scuole e nei servizi pubblici».
Per il reclutamento non c’è bisogno di uscire dalla regione: «Puntiamo a impiegare soprattutto persone residenti in Campania», continua Miozzo, «l’obiettivo finale resta coinvolgere e sensibilizzare tutta la società civile campana, anche per mezzo di eventuali testimonial nel campo intellettuale, artistico o sportivo, non escludendo personaggi del calibro di Pino Daniele o Maradona». Per quanto riguarda la disponibilità, ai volontari verrà chiesto di rimanere sul territorio designato da una a due settimane. Ai loro spostamenti provvederà la Protezione civile locale, e saranno ospitati nelle strutture degli enti locali e dell’esercito.
Un capitolo a parte è invece quello della formazione. «Alcuni sono già stati formati, da tempo la Protezione civile campana sta organizzando sul territorio corsi di formazione per varie categorie di funzionari volontari», riprende Miozzo, «al momento ce ne sono almeno già 900 pronti a entrare in azione». Nei primi tempi, la raccolta differenziata interesserà le zone di Scampia, Secondigliano, Pianura, Chiaiano, Soccavo, San Pietro a Patierno. In tutto, saranno interessati 200mila napoletani, il 20% della popolazione. Se il progetto decolla, verrà poi esteso a tutta la città. «Dovrà necessariamente avere successo, l’opinione pubblica se lo aspetta», ribadisce il dirigente della Protezione civile, «dopo i troppi errori del passato, i cui pessimi risultati sono sotto gli occhi di tutti, a Napoli e in Campania non si può più sbagliare».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.