Sostenibilità

Tre e Sky, quando i colossi cedono le armi

le battaglie del Movimento Consumatori

di Redazione

Penali, modifiche unilaterali e servizi aggiuntivi. Nell’ultimo anno sono venuti alla luce diversi comportamenti poco trasparenti messi in atto da alcuni operatori del settore delle telecomunicazioni. In diversi casi, nonostante le leggi chiare e nonostante le delibere dell’Agcom, le imprese non hanno desistito dai comportamenti illegittimi e hanno costretto le associazioni a richiedere ai tribunali il rispetto delle regole attraverso azioni inibitorie.

Penali di recesso
«Le questioni affrontate da MC nei tribunali durante l’ultimo anno», spiega Paolo Fiorio, legale di MC, «hanno riguardato soprattutto il problema delle penali richieste dalle aziende in caso di recesso. Nel caso che ci ha visti impegnati contro H3G, per fare un esempio, a seguito dell’azione inibitoria cautelare per accertare la nullità delle clausole del contratto regolamento di servizio di “Scegli 3 new Abbonamento e ricaricabile 2007” e “Tre.dati scegli 3”, MC ha chiesto e ottenuto che, in un’ottica di trasparenza, H3G specificasse le singole voci di costo delle penali richieste. L’operatore ha quindi suddiviso in due il costo: da una parte i costi relativi al servizio e dall’altra quelli relativi al terminale (cellulare). MC, ritenendo che nessun costo sia dovuto in merito al terminale essendo lo stesso in comodato d’uso, ha chiesto e ottenuto da 3 il suo “congelamento” fino a quando l’Agcom non si sarà pronunciata».Servizi non richiesti
La vicenda Sky, invece, è iniziata con una lettera inviata agli abbonati nella quale l’emittente televisiva del gruppo di Murdoch comunicava che dal 1° marzo 2008 la rivista, in passato inclusa nel pacchetto abbonamento, avrebbe comportato un costo di 0,40 o 0,90 euro a numero per tutti i consumatori che semplicemente decidevano di non disdire il servizio. «Questo comportamento», rileva Alessandro Mostaccio responsabile settore Comunicazioni del Movimento Consumatori, «è grossolano e arrogante perché gravemente lesivo dei diritti dei consumatori in quanto costituisce un chiaro esempio di pratica commerciale scorretta. Ai sensi dell’articolo 57 del Codice del consumo è infatti illegittimo richiedere all’abbonato di attivarsi per evitare l’addebito del costo di una fornitura non richiesta quale è la rivista SkyLife». Il tribunale di Roma, in seguito al ricorso in via d’urgenza proposto da MC, ha riconosciuto l’illecito collettivo commesso da Sky ai danni dei suoi abbonati. Con l’accoglimento delle domande, il colosso della tv a pagamento è stato condannato a restituire, a oltre quattro milioni di abbonati, i costi del mensile per un totale di 32 milioni. «Come era prevedibile, Sky ha impugnato il provvedimento e nei prossimi giorni saremo impegnati con il reclamo», spiega Fiorio.


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