Economia

Europa, basta attacchiLe cooperative in trincea

la campagna Una petizione promossa da Cooperatives Europe

di Redazione

Giù le mani dalle cooperative! Il mondo della cooperazione europea passa al contrattacco. Basta con gli attacchi da parte di alcuni esponenti della Commissione di Bruxelles, della stampa e, soprattutto, di alcune società private. È tempo di chiamare a raccolta chi ha a cuore le sorti del settore e far sentire la voce della cooperazione: 163 milioni di cittadini proprietari di oltre 250mila imprese sociali in cui lavorano 5,5 milioni di persone. Lo squillo di tromba l’ha suonato Cooperatives Europe, associazione di 174 organizzazioni cooperative nazionali del Vecchio continente, che ha steso una petizione da inviare al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso e al commissario per la Concorrenza, Neelie Kroes.
Hands off our Coops! – They compete fairly! Giù le mani dalle nostre cooperative! Competono lealmente! è il titolo scelto per la campagna. Il casus belli? L’esame da parte della Commissione europea di alcune denunce sporte contro le cooperative: accuse che si basano su pretesi aiuti di Stato e su presupposte pratiche anticoncorrenziali. I dossier giuridici su Spagna, Italia e Francia vengono da azioni intraprese da società private concorrenti che tentano di rimettere in discussione le leggi cooperative nazionali.
Una parte della Commissione europea, sostengono a Cooperatives Europe, continua «in maniera spiacevole a manifestare la sua preferenza affinché esista soltanto una forma d’impresa». Ma il sistema cooperativo, secondo l’organizzazione non profit, non sarà messo da parte facilmente. «Ogni approccio comune adottato dalla Commissione europea deve assicurare che la concorrenza non venga ridotta da una limitazione della diversità degli obiettivi e delle forme d’impresa», si legge nel comunicato che promuove la petizione.
Gli articoli di stampa, poi, suggerirebbero che gli «statuti fiscali privilegiati» e i «regimi d’imposta preferenziali» oggetto delle denunce sarebbero degli aiuti di Stato mascherati. Punti di vista ritenuti «nel migliore dei casi sbagliati, nel peggiore completamente falsi». Cooperatives Europe, inoltre, punta il dito contro quella parte della Commissione europea che rifiuta di riconoscere le caratteristiche delle cooperative come «le riserve indivisibili, il ristorno cooperativo e il versamento di un interesse limitato sugli apporti finanziari dei membri allorché queste differenze e il loro trattamento specifico legale e fiscale corrispondente sono legati alla logica del sistema cooperativo, agli obblighi speciali e al modello di proprietà particolare delle cooperative».
Le cooperative, ricorda l’associazione, sono obbligate a lavorare unicamente con i loro soci, non possono essere quotate in Borsa e i loro soci ne sono nel contempo gli utenti e i proprietari. La posizione assunta da una parte dell’esecutivo di Bruxelles sembra dimenticare che le cooperative sono inscritte nel Trattato come una delle forme imprenditoriali e che godono del sostegno del Parlamento europeo e del Comitato economico e sociale europeo. «Ora più che mai il futuro delle cooperative in Europa dipenderà», afferma il direttore di Cooperatives Europe, Rainer Schlüter, «dalla possibilità di sviluppare nell’Unione europea un quadro legale specifico per le cooperative».


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