Formazione

pochi fondi, pochi aiuti:il piccolo volontariatosogna di crescere

sotto la lente Sub-Priorato Piemonte Ordine di S. Fortunato

di Redazione

Nessun dipendente, una sede al momento provvisoria ed entrate molto contenute. Il Sub-Priorato del Piemonte dell’Ordine di San Fortunato potremmo definirlo una onlus «di base».
L’impegno è quello di un gruppo di volontari, l’organizzazione non è strutturata come le grandi ong, ma quasi ogni risorsa disponibile viene spesa nella mission. «L’obiettivo principale della nostra organizzazione», afferma Alfredo Mulè, presidente e priore del Piemonte, «è l’aiuto ai meno abbienti di Torino, con particolare attenzione ai bambini. Per il raggiungimento di tale obiettivo attuiamo una serie di donazioni ad altre associazioni, enti, fondazioni, parrocchie, di vario materiale, che spazia dall’abbigliamento agli occhiali, dagli ausilî medico-sanitari ai pc, per finire alla cancelleria e ai giocattoli».
Uno dei primi risultati della onlus è stato quello di raccogliere ad oggi 10mila libri, che formeranno il catalogo di una biblioteca destinata ai bambini e ai cittadini torinesi. I volumi sono stati forniti da una grande quantità di benefattori. L’associazione attende però che altre istituzioni, fondazioni o enti si facciano avanti per offrire uno spazio idoneo a far funzionare la biblioteca.
Mulè e i suoi compagni – Dame e Cavalieri, come amano definirsi – comunque non mollano e continuano a cercare la propria collocazione all’interno dell’attivissimo, ma talvolta compresso, panorama non profit torinese. «Dalla nostra breve esperienza», racconta Mulè, «iniziata nel 2005, il panorama del volontariato nella città di Torino e in Piemonte ci è sembrato variegato e ricco di iniziative. Talvolta vi è una sorta di competizione tra le diverse realtà. Le istituzioni non sempre ci sembrano aperte a tutti i progetti se non a seguito di continue pressioni e i cittadini rimangono un po’ diffidenti rispetto a nuove realtà associative».
Ciò nonostante, Mulè si mostra ottimista sul ruolo del volontariato nella società italiana di oggi: «Checché se ne dica, l’italiano fondamentalmente è magnanimo e collaborativo. Lo testimoniano i risultati delle varie raccolte fondi pubblicizzate e sostenute tramite trasmissioni televisive o altri mezzi di comunicazione». Una generosità che deve essere canalizzata positivamente e non deviata da atteggiamenti rinunciatari che scadano facilmente nella paura del diverso o nel qualunquismo. In questo senso, anche il volontariato, di cui il Priorato di San Fortunato fa parte, vuole ritagliarsi uno spazio e un ruolo. «Puntando sulla formazione dei soci e aprendo l’associazione a tutti, favoriremo uno scambio culturale con la cittadinanza e comprenderemo meglio i problemi dei nostri vicini».


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