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Cooperazione, tempi stretti per l’ok alla legge

Il sottosegretario Serri non si sbilancia sulla posizione del governo, ma il via libera alla riforma sembra sempre più difficile

di Benedetta Verrini

I tempi per l’approvazione del disegno di legge sulla cooperazione allo sviluppo sono ”davvero strettissimi”, ”non so dire come stia maturando la posizione del governo, spero che queste scelte si compiano al piu’ presto”. Lo ha dichiarato il sottosegretario agli Esteri Rino Serri, commentando i problemi sorti nelle ultime settimane riguardo all’iter parlamentare della legge che dovrebbe riformare la cooperazione italiana allo sviluppo. Solo dopo che le scelte del governo si saranno compiute, ha osservato Serri, ”potro’ dare, se opportuno, anche la mia valutazione, che sara’ comunque rapportata all’esigenza di avere una legge di reale innovazione e di ulteriore forte rilancio della cooperazione italiana allo sviluppo”. Il sottosegretario ha quindi ricordato gli ultimi passaggi dell’iter parlamentare del ddl e i motivi per i quali l’iter si e’ bloccato: ”Come è noto, il disegno di legge relativo alla nuova normativa sulla cooperazione allo sviluppo dell’Italia era stato approvato dal Senato negli ultimi mesi del 1999 e dalla commissione Esteri della Camera nel dicembre 2000. Il 18 dicembre scorso e’ gia’ iniziata in aula la discussione generale sul provvedimento. In seguito, sulla base della richiesta al governo, formulata dalla commissione Bilancio della Camera, di una relazione tecnica sul provvedimento, l’iter si e’ bloccato”. Proprio in contemporanea a questi ultimi sviluppi, secondo Serri, ”sono emerse tendenze forti, nell’amministrazione degli Esteri e non solo, a modificare piu’ ampiamente il testo del ddl e alcune delle sue scelte piu’ innovative, tendenze da me non condivise. A fronte di questa situazione, il ministro degli Esteri Lamberto Dini ha avocato a se’ la questione, al fine, ritengo, di preparare, anche in sede di presidenza del Consiglio sia la relazione tecnica richiesta dalla commissione Bilancio e Tesoro della Camera sia gli eventuali emendamenti governativi al ddl da presentarsi in aula”.


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