Economia

Fra i muretti di Torino

Dal 1986 si occupano dei ragazzini che “sballano” in discoteca. Intercettare il disagio oggi per prevenire l’esclusione domani

di Redazione

Esserci, ecco il nome giusto per chi come posto di lavoro ha scelto la strada e come colleghi chi la strada la vive, la respira e la subisce tutti i giorni e tutte le notti. Compresi i ragazzi ?normali?. Dal 1986, Esserci è una cooperativa sociale di tipo a costituita da 80 soci, con un fatturato di circa 3 miliardi di vecchie lire, che l?ex educatore Guido Geninatti coordina. Negli ultimi anni l?attività si è diversificata, ma il core business rimane l?educativa di strada. «La nostra attività», spiega, «si sviluppa lungo due direttrici, parallele, ma distinte: da una parte c?è il discorso della prevenzione del danno. Questo significa attivare dei canali di comunicazione con chi spende il suo tempo nelle piazze. I ragazzi del muretto dei quartieri difficili , come Mirafiori o Santa Rita. Poi c?è il fronte dell?informazione».
E per spiegare i danni determinati dall?assunzione di droghe sintetiche («se ne parla poco, ma il consumo è in costante aumento»), da qualche mese una squadra di tre educatori di strada gira per discoteche e rave a bordo di un camper «che funziona da camera di decompressione per i ragazzi che desiderano riprendersi dallo sballo». E per chi invece rimane fuori? «Costruire relazioni: lanciando dei ponti in un contesto totalmente destrutturato. In una comunità in continua ridefinizione che vive in uno spazio fisico non delimitato. Guadagnarsi la fiducia, attraverso l?organizzazione di una partita di pallone, di un concerto o di un cinema all?aperto».
Fiducia che si ottiene con un impegno di lungo periodo. Come sanno gli educatori della cooperativa Strana Idea, sempre di Torino, o della Comunità del Giambellino di Milano o ancora della cooperativa Lotta all?emarginazione, di Sesto San Giovanni. Ma da questo orecchio in molti sembrano non sentirci. Geninatti non si trattiene dal denunciare «la colpevole sottovalutazione delle problematiche giovanili da parte delle istituzioni, che dimostrano di accorgersi di noi solo quando scoppia il bubbone, come nel caso delle cosiddette stragi del sabato sera. Poi torniamo nell?ombra».
E così anche su Esserci si abbatterà presto la mannaia dei tagli: «avremo grossi problemi a continuare: i fondi collegati alla 285 e il Fondo nazionale per la lotta alla droga stanno chiudendo, ci rimangono le risorse comunali. Ma per quanto?».
Secondo Geninatti manca totalmente una politica di riduzione del danno, mentre si sta puntando pesantemente sulla punizione per ?raddrizzare? chi ha imboccato la via sbagliata. «La comunità», conclude, «deve imparare a riappropriarsi dei suoi problemi. Con coscienza e con metodo, smettendola di tapparsi occhi e orecchie».

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