Volontariato

Prima il sociale ripensila sua rappresentanza

Savino Pezzotta (Udc) Perché dico no

di Redazione

Boccia l’ipotesi di una Convenzione costituente, Savino Pezzotta, presidente de La rosa per l’Italia, e rilancia: «Tocca ai corpi intermedi affermare la loro autonomia nei confronti della politica mantenendo un rapporto dialettico e non di collateralismo con i partiti». E ancora: «Non mi convince l’idea di una Convenzione costituente. Con chi la si fa? Con le forze che si sono combattute fino a ieri? Con chi sta al governo? Con l’opposizione?».
Vita: Ma non potrebbe essere un modo per far interloquire sociale e politica?
Savino Pezzotta: L’autonomia del sociale si autoafferma e viene riconosciuta dalla politica proprio per la sua capacità di rappresentare.
Vita: In passato ci sono stati anche esempi di strumentalizzazione…
Pezzotta: La politica tende normalmente a valorizzare se stessa, soprattutto questa politica bileaderistica, bipartitica ,che tende ad affermarsi per fortuna non del tutto, per merito nostro. Io credo che la società civile debba ripensare le forme della sua rappresentanza.
Vita: Un ripensamento dal basso?
Pezzotta: Quello di cui non ci si rende conto è che una polarizzazione del sistema politico nega le autonomie, perché tende a riassumerle in sé. Bisogna fare in modo che il sistema politico non sia frammentato ma mantenga dentro di sé le espressioni del pluralismo perché questo consente anche alla società civile di agire in una certa dimensione. Dobbiamo avere l’idea di una democrazia pluralista e non di tipo apicale. Le forme organizzate dei corpi intermedi devono riflettere e capire se questo modello che sta venendo avanti corrisponde a un’idea plurale della società oppure se non tende a coartare sui due schieramenti anche la società civile. Ecco perché dico che è mancata una battaglia culturale: le associazioni hanno assistito a quello che avveniva senza domandarsi che sarebbe successo della loro autonomia, anzi molte hanno cercato con chi allearsi, con chi essere collaterali.
Vita: Insomma, la cosiddetta “semplificazione” politica non è d’aiuto.
Pezzotta: Non servono né la frammentazione eccessiva né la semplificazione: occorre un equilibrio fra le forme di rappresentanza. Il pluralismo è espressione anche di culture che stanno dentro la società e può consentire alle associazioni di essere più incisive.


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