Economia

I dimenticati da Letizia Moratti e da Nanni Moretti

I bidelli delle scuole,ovvero i dimenticati

di Giampaolo Cerri

C?e’ un Mezzogiorno che sembra non far breccia nelle nostre cronache economiche. Un Sud che non richiama gli inviati, i girotondisti, le troupe televisive. Eppure, come a Termini Imerese, si tratta di persone che rischiano il lavoro. Anzi, si tratta di più gente e di occupazioni ben più precarie. Sono i 16mila addetti alle pulizie nelle scuole, per l?85% in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, che rischiano di perdere il posto. Migliaia di persone, riemerse dai gironi danteschi del lavoro socialmente utile, grazie all?iniziativa di centrali cooperative e industrie. Lavoratori ?stabilizzati? da quattro consorzi: Cns (Legacoop), Ciclat (Confcooperative), Manital (Confindustria) e Miles (Confapi), in base ad una convenzione con il ministero dell?Istruzione (servizio a pag. 20). Per quella convenzione, oggi, come ha dichiarato la ministra Moratti, non ci sono più soldi. «Dimenticati dalla Finanziaria», ha scritto qualcuno. Peggio, scartati dalla Finanziaria. Nell?era dell?autonomia scolastica, un provvedimento centralista ha tagliato la voce ?pulizie? a 2.200 istituti. Se ne occupino le Regioni, sembra abbia fatto sapere, da Viale Trastevere, la responsabile dell?Istruzione. Così per questo piccolo-grande pezzo di Sud, che non gode della simpatia di Nanni Moretti e che riesce ad avere due righe in cronaca solo per due cassonetti bruciati sotto la sede del ministero, si profila il passaggio (o il ritorno) alla disoccupazione. Accadrà il 1° gennaio, a meno che il governo, fino a oggi chiuso in un atteggiamento supponente, non si ricreda. C?è bisogno, probabilmente, che il ministro Maroni, che per la Fiat ha dimostrato di voler fare il notaio delle volontà degli Agnelli, prenda l?iniziativa su una vicenda sinora incresciosamente sottovalutata dalla sua collega.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.