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Difendere e migliorare la class actionEcco la road map verso il 1° luglio

L'analisi

di Redazione

Perfettibile. Sembra questo l’aggettivo che meglio riassume le più recenti interpretazioni della legge sull’azione collettiva risarcitoria. Oggi, che sono passati poco più di due mesi dalla rocambolesca introduzione dell’azione risarcitoria nel nostro ordinamento e siamo ancora ben lontani dall’effettiva entrata in vigore di luglio, abbiamo, finalmente, superato la fase delle ipotesi fantasiose che circolavano prima che venisse approvata la versione definitiva della legge. Lentamente ci stiamo anche lasciando alle spalle i titoli di quotidiani e telegiornali che, negli ultimi due mesi, hanno ipotizzato di intraprendere class action per qualsiasi questione. L’attuale fase è quella della messa a fuoco delle questioni e dell’individuazione delle prime azioni da intraprendere.
Il convegno organizzato dal Cncu – Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti lo scorso 25 febbraio a Roma, che ha messo intorno a un tavolo i principali attori delle future azioni risarcitorie, le associazioni, i rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee e i rappresentanti delle imprese, è stato il primo effettivo momento di sintesi di tutte queste attività interpretative.
È emerso il profilo di una norma a due facce. Potenzialmente – questa la visione del ministero dello Sviluppo economico e della “politica” in generale – l’importanza della norma è tale da far passare in secondo piano eventuali problematiche applicative che possono essere comunque risolte. In pratica, come hanno sottolineato numerose associazioni, questa è una legge che porta con sé più aspetti oscuri che vantaggi. Al di là delle rispettive posizioni dei singoli soggetti che sono intervenuti, sono emersi almeno due punti di fondamentale importanza: da una parte la già citata perfettibilità della legge approvata a dicembre e la necessità di un prossimo “tagliando” in seguito ai risultati che deriveranno dalle prime applicazioni concrete; dall’altra la volontà delle istituzioni italiane ed europee di puntare molto sull’azione collettiva risarcitoria per le future strategie di tutela dei consumatori.
In entrambi questi punti si intravede la presente e futura centralità delle associazioni di consumatori: apportare contributi per il miglioramento dell’attuale impianto normativo e porre le basi per una tutela europea più efficace. Tutto ciò però dipenderà da come le associazioni intenderanno utilizzare questo strumento. Se riusciranno ad evitare distorsioni e abusi, allora ci sarà spazio per andare oltre e per rafforzare sempre di più l’attività di tutela dei consumatori.
Sullo sfondo, poi, rimane sempre lo spettro della possibile cancellazione o rinvio sine die dell’entrata in vigore, strumento utilizzabile nella prossima legislatura da quel partito trasversale che per cinque anni ha lavorato contro l’approvazione della legge. Utilizzare al meglio lo strumento, difenderlo e migliorarlo sono le sfide che attendono le associazioni nel futuro.

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