Politica

Biodiversità, quel countdown a cuinon stiamo dietro

L'ambientalista Giuliano Tallone (Lipu)

di Redazione

«Siamo a due anni dalla scadenza del 2010, anno scelto dagli organismi internazionali come termine per ridurre il declino della biodiversità cui stiamo assistendo. Se vogliamo rispettare questo count down, anche l’Italia deve fare la sua parte». Parola di Giuliano Tallone, presidente di Lipu – Birdlife Italia, secondo cui, sul fronte biodiversità, un risultato di grande rilievo «è la svolta registrata sulla tutela della Rete Natura 2000, sia sul fronte della designazione dei siti mancanti sia su quello di una loro adeguata conservazione. In un solo anno, sono stati fatti più progressi che nei quindici anni precedenti. Segno che se c’è volontà, gli obiettivi si possono raggiungere. Di certo, la caduta del governo rischia di frenare il percorso per portare l’Italia alla prima Conferenza sulla biodiversità e soprattutto alla redazione della Strategia nazionale per la biodiversità.
Ecomondo: Sul fronte internazionale il nostro Paese si è impegnato a ridurre le emissioni di CO2 come prevede il Protocollo di Kyoto. Stiamo rispettando questi impegni?
Giuliano Tallone: Non bastano le pur lodevoli iniziative attuate finora. Già Kyoto sembra insufficiente. Se poi gli obiettivi del trattato nemmeno li raggiungiamo, allora il quadro è chiaro nella sua drammaticità. I mutamenti climatici sono un problema gigantesco e chiamano i governi a decisioni enormi, persino radicali. Penso soprattutto alle energie rinnovabili e pulite, all’innovazione tecnologica ma anche alla revisione delle politiche dei consumi e del concetto stesso di crescita.
Ecomondo: Durante il governo Prodi è esplosa la crisi rifiuti in Campania. Una situazione che si protraeva da anni. In che modo è stata fronteggiata l’emergenza?
Tallone: Quello della Campania è un ginepraio che per molti aspetti rappresenta l’intero Paese e un certo suo modo di affrontare i problemi: attendere che esplodano e poi tentare un rimedio, che però risulta tardivo. Quella dei rifiuti deve essere anzitutto una cultura. Cultura del risparmio, del riciclo, della raccolta differenziata. Se la filiera fosse corretta, il problema a valle sarebbe assolutamente ridimensionato, per non dire quasi nullo. Quando la filiera non funziona, il risultato è disastroso. Con sommo piacere della cattiva amministrazione e persino della criminalità, che nel disordine e nella spazzatura, appunto, sguazzano.
Ecomondo: Cosa chiedete al prossimo governo?
Tallone: Mettere l’ambiente al primo posto. Non al secondo, o al terzo, ma al primo. In particolare chiediamo almeno cinque cose per la natura: dare finalmente all’Italia una Strategia nazionale per la biodiversità, avviare una grande piano antibracconaggio, lavorare sull’Unione europea perché non cancelli il set aside in agricoltura, lanciare un programma per la buona energia, cioè l’energia pulita e rinnovabile, rispettosa della biodiversità e del paesaggio. Infine, promuovere un grande progetto di cultura ecologica, rinnovando in chiave ambientale i programmi scolastici ed educativi. Si può, si deve fare.


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