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Tremonti, meno 25% alle associazioni. Sforbiciate ai volontari

Decurtati 2,5 milioni di euro alla promozione sociale. E al fondo per le ambulanze è andata anche peggio: meno 35%.

di Giampaolo Cerri

Lo scandalo è anche semantico. Si definisce ?taglia costi?, un decreto che decurta risorse finanziare anche per alcuni fondi sociali. Aristotelicamente parlando, il governo considera spese gli investimenti per associazioni di volontariato, bambini immigrati, tossicodipendenti. La logica stessa fa difetto: quello che si taglia oggi in politiche di prevenzione, sarà inevitabilmente pagato, domani, in servizi di assistenza e di cura. Per il non profit, uno scandalo (culturale) nello scandalo (finanziario). Provvedimento di settembre Il provvedimento di cui si parla è stato presentato dal ministro dell?Economia, Giulio Tremonti, nel settembre scorso ma solo in questi giorni comincia a produrre effetti. All?epoca, il superministro si era fatto bello sui giornali: una decisa potatura delle spese, pari al 15%, di tutti i dicasteri, incluso il suo. Insomma, il governo che chiede sacrifici a se stesso. Salvo poi scoprire che per realizzare le economie, i ministeri devono agire sui vari fondi gestiti e sulle cifre, stanziate ma non ancora spese, del 2002. Un singolare taglio ?a consuntivo?. Al ministero del Welfare, tagliare significa agire direttamente sugli stanziamenti destinati a varie attività sociali, non semplicemente sulla bollette della luce di via Veneto, sede del dicastero. «Ci siamo avvalsi di una clausola contenuta nel provvedimento stesso, che ci permetteva di controproporre un nostro piano delle economie», commenta Grazia Sestini, sottosegretario al Welfare. Battaglia al ministero La Sestini non lo dice esplicitamente, ma la battaglia con gli uomini di Tremonti è stata particolarmente cruenta. Dal ministero raccontano che la stessa vice di Roberto Maroni si sia particolarmente infuriata, quando ha visto il riparto dei tagli. Con il sottosegretario ?tremontiano? Giuseppe Vegas, sarebbero addirittura volate parole grosse. La lista esordiva infatti con una decurtazione del 55% sui fondi per il volontariato, proseguiva con un taglio del 40% sulla legge 383/2000 (associazionismo di promozione sociale), ipotizzava un ?meno 67%? sulle tossicodipendenze, per arrivare a un clamoroso ?meno 90%? sull?immigrazione. Il sottosegretario non conferma, ma spiega: «Abbiamo agito su una serie di residui di bilancio, come i costi relativi al funzionamento di alcuni osservatori, che non erano stati ancora utilizzati. Insomma, abbiamo cercato di pesare di più sulla struttura, razionalizzando, per ridurre al minimo le riduzioni sui fondi per le associazioni». Al Welfare sono convinti di aver limitato al massimo le perdite. «Il fondo per le politiche sociali è rimasto intatto», prosegue la Sestini, «restano il milione di euro destinato al volontariato così come i fondi del funzionamento degli osservatori». I tagli più decisi sono altrove: «Sul fondo per le ambulanze, quello che permette alle associazioni di recuperare l?Iva pagata sui mezzi, dove dobbiamo scendere del 35%. Mentre sulle associazioni di promozione sociale, la decurtazione è del 25%, pari a 2,5 milioni di euro sui 10 che avevamo in bilancio». E le tossicodipendenze? «Stiamo ancora discutendo con il ministero», risponde, «cercheremo comunque di salvaguardare i progetti presentati, finanziandoli a inizio 2003». Logica ragionieristica Durissimo il commento di Mimmo Lucà, diessino, responsabile per il Terzo settore. «Mentre in Finanziaria si fa l?occhiolino a evasori ed elusori, nella stessa legge di bilancio e in questo provvedimento si tagliano risorse destinate alle categorie più deboli, tossicodipendenti, minori, immigrati in testa. Altro che sussidiarietà, qui siamo al centralismo del ministero del Tesoro». Lucà parla di «logica ragionieristica, che premia i forti», di tagli «di tipo classista», di «un governo che abolisce le tasse sulle eredità milionarie e poi va a decurtare i pochi milioni di fondi destinati alle associazioni e i 700 milioni stanziati per gli ammortizzatori sociali del Patto per l?Italia». Il parlamentare Ds non risparmia critiche alla gestione ministeriale della trattativa: «Diciamolo chiaro: non c?è stata alcuna capacità di negoziazione nei confronti di Tremonti». Voci allarmate anche dal non profit italiano. Luigi Bobba, presidente Acli, parla di «scippo». La legge sull?associazionismo italiano lo riguarda: «Dopo il danno, la beffa», dice, «nel 2001 i fondi non erano stati impegnati; nel 2002, vediamo decurtare di un quarto i già esigui stanziamenti». Riagganciandosi alla Finanziaria, trae dalla vicenda una morale chiarissima: «Chi evade le tasse è premiato, chi fa volontariato deve continuare a farlo senza il sostegno delle istituzioni». Fa appello a Maroni, cui chiede «un sussulto d?orgoglio»: non consenta un nuovo scippo. Posizione che anche il Forum per il Terzo settore condivide: «Il ministero del Welfare esiga il reintegro immediato dei fondi tagliati», dice uno dei portavoce, Edo Patriarca, «e sulla promozione sociale, il governo dimostri che ha a cuore le reti associative».


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