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Il nuovo Codice è prontoMa ha le armi spuntate

media e bambini

di Redazione

Èaperto il confronto sulla bozza del Codice di autoregolamentazione Media e minori, che il ministro Gentiloni ha recentemente definito come «strumento necessario per dare omogeneità alle regole di tutela dei minori nell’uso non solo della tv, ma anche dei new media». Sul provvedimento – concluso nella sua prima fase di elaborazione tecnica e pronto al vaglio del Parlamento – il 24 gennaio scorso alla Camera si è tenuto un convegno-dibattito in cui il Cnu – Consiglio nazionale degli utenti (organismo interno all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha presentato critiche e proposte di sviluppo dello strumento.
La bozza di Codice ha, senza dubbio, un punto di forza: mira ad accorpare e coordinare settori finora segmentati e regolati da fonti poco omogenee (e poco vincolanti), come televisione, internet, telefonia e videogiochi. Allo stato attuale, ciascun media ha un proprio corpus di regole: esistono il Codice tv e minori (salito al rango normativo nel 2004 con la legge Gasparri) ed Internet e minori, oltre a blandi sistemi di autovalutazione – autoregolamentazione nella telefonia mobile e nei videogiochi. Oltre a una piena copertura normativa, suddivisa in tante sezioni quanti sono i settori da disciplinare, nel Codice Gentiloni è prevista una nuova istituzione (il Comitato media e minori) che avrà competenza sull’intero campo dei media e consentirà di offrire, almeno nelle intenzioni, un migliore controllo sui contenuti e sulla loro adeguatezza per bambini e adolescenti.
«Ma se è vero che era tempo di dare un riassetto complessivo alla materia», spiega Luca Borgomeo, presidente del Consiglio nazionale utenti, «è altrettanto vero che tale riassetto, per essere davvero efficace, deve prevedere un nuovo sistema di vigilanza e di sanzioni e deve superare finalmente i limiti dell’autoregolamentazione».
Nel campo dei media, infatti, sia il sistema dell’autoregolamentazione sia quello dei vari codici deontologici hanno sostanzialmente fallito. «Non prevedono sanzioni o, quando le prevedono, hanno un’entità sostanzialmente irrisoria», prosegue Borgomeo, ricordando che una multa da 15mila euro non è nulla in rapporto ai bilanci dei colossi radiotelevisivi o telefonici. «La verifica delle violazioni, poi, viene fatta dagli stessi soggetti parte in causa, con una sovrapposizione tra giudicanti e giudicati che vanifica il rigore del giudizio».
Se incorrerà nella “trappola” dell’autoregolamentazione, insomma, la grande rivoluzione annunciata dal Codice media e minori mancherà il suo obiettivo. Si trasformerà nel solito guscio vuoto. Per questo, sostiene Borgomeo, «il Consiglio nazionale utenti condivide la ratio del Codice ma ha espresso al ministro una proposta per rendere più efficace, imparziale e diretto il meccanismo del controllo e della sanzione, senza punire o ingessare il settore».
Come dovrebbe funzionare, dunque? «Prima di tutto, il Codice media e minori dovrà vedere estesa la sua efficacia non solo ai sottoscrittori ma dovrà valere per tutti, attraverso un opportuno intervento legislativo», spiega il presidente Cnu. Per quanto riguarda la sua operatività, poi, «lasciamo pure che siano gli stessi operatori a certificare, nei modi convenuti, la conformità del loro prodotto: è un modo per responsabilizzarl». Ma poi, su tali prodotti deve poter essere esercitato un controllo «da parte di un organismo super partes, un Comitato preposto all’applicazione del Codice e rafforzato, rispetto allo schema della bozza Gentiloni, da un’effettiva autonomia operativa ed economica», prosegue Borgomeo. «Il Comitato si attiverà ogni volta che un’istituzione, un’associazione o un singolo utente effettueranno una segnalazione. In caso di effettiva violazione, il Comitato dovrà irrogare una sanzione che, per entità pecuniaria (ad esempio con multe equiparate al fatturato dell’azienda) o gravità del provvedimento, come il ritiro del prodotto, abbia davvero un effetto deterrente».
È proprio questo il meccanismo (definizione del codice, autocertificazione, verifica, eventuale sanzione) che, secondo il Consiglio nazionale utenti, dovrebbe «fare la differenza» nel nuovo sistema di tutela introdotto dal Codice media e minori. «Il ministro Gentiloni ha accolto la nostra proposta», sottolinea Borgomeo. Vista la crisi di governo, il testo inviato dal ministero al Parlamento vedrà la luce quasi certamente nella nuova legislatura. «Su questa materia così delicata, che coinvolge lo sviluppo e il futuro stesso dei nostri figli, speriamo in un’intesa bipartisan. Anche se non mi nascondo», conclude, «che gli enormi interessi in gioco potrebbero far nascere resistenze».


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