Volontariato

Tutti i conti della finanza all’idrogeno

Oltre ai fondi, oggi ci sono polizze e mutui verdi. Con un +4% di vendite. Strumenti per salvare il mondo? Sì, dice Fabrizio Onida. «Ma bisogna far quadrare i conti»

di Carlotta Jesi

Greenpeace incontra Greenspan, in Borsa. Parola del prestigioso International Herald Tribune che, a fine settembre, con questo titolo, ha sfatato una volta per tutta l?idea che investire in fondi verdi faccia bene all?ambiente ma non al portafoglio. È vero il contrario: gli investitori non devono più scegliere fra coscienza e performance. Lo dicono i numeri: negli ultimi 12 mesi l?Indice Ftse4Good che monitora le performance azionarie di aziende socialmente responsabili e con un buon impatto ambientale ha perso l?1% in meno del FtseAllShare. Sempre soldi in meno, d?accordo. Ma nel triste panorama borsistico, questo 1% diventa un dato positivo. Che proiettato nel futuro sa di business opportunity: «Per gli investitori, le aziende e anche per gli ambientalisti», spiega Gianfranco Bologna, portavoce del Wwf che a settembre ha lanciato un fondo amico della natura. «Un nuovo strumento con cui vincere la nostra sfida di sempre: promuovere lo sviluppo sostenibile. La responsabilità ambientale non è un optional ma l?unica regola per restare sul mercato, il momento è propizio». Il mondo della finanza saprà sfruttarlo?

40 alberi per casa
La lunga lista di soggetti che in tutta Europa stanno lanciando nuovi prodotti verdi sembra dar ragione al Wwf. Il plusvalore delle aziende ad alto impatto ambientale, che secondo la prestigiosa società di rating etico Icf Kaiser Consulting Group può arrivare fino al 5%, in Francia ha fatto venire la coscienza verde perfino ai venture capitalist. Quelli di Alternative Ventures, per esempio, approvano solo business plan ecoefficienti con finanziamenti che si aggirano fra i 30mila e i 300mila franchi. E negli ultimi anni in Gran Bretagna sono diventati green anche i mutui per la casa e le assicurazioni. A lanciare i primi è stata la Norwich&Peterborough Building Society, che presta denaro a chi segue i criteri della bioarchitettura e combatte l?inquinamento emesso dalle abitazioni acquistate coi suoi mutui piantando 40 alberi assorbi carbonio (8 all?anno per cinque anni). Una strategia che piace: secondo l? Ethical Purchasing Index 2001 elaborato dalla Co-operative Bank, tra il 1999 e il 2000 le vendite di mutui verdi sono aumentate del 4%. Le assicurazioni pulite, invece, sono un?idea di Natusarve: destina il 10% di ogni premio ad associazioni ambientaliste. Che da lusso per pochi la finanza verde sia diventata uno strumento per tutti, come il commercio equo e la benzina pulita?

Dna e bioterrorismo
«È un?ipotesi percorribile», spiega l?economista Fabrizio Onida, «ma solo a patto che questo nuovo circuito finanziario faccia quadrare il conto economico». Una scommessa già vinta negli Stati Uniti dove l?offerta di fondi ecoefficienti è raddoppiata nell?ultimo anno e mezzo, e che sembra percorribile anche nel Vecchio continente. A cominciare da Germania, Austria e Svizzera: secondo l?European sustainable and responsible investment forum (Eurosif), nel 2000 i loro abitanti hanno investito su fondi etici 1,06 miliardi di euro. Impressionante, in Germania, il gran numero di prodotti etici fortemente ambientali: sui 50 fondi etici contati nel 2001 dal ministero dell?Economia, più di 20 erano ?eco leader?, funds che investono su grandi aziende con ottimi record ambientali. Ma dopo il Summit di Johannesburg, i gestori dovranno vedersela anche col bioterrorismo, la brevettabilità del dna e gli ogm. «Dieci anni fa i nostri clienti non sapevano cosa fossero gli ogm», spiega Gwyneth Brook di Co-operative Bank, «ora li vogliono esclusi dagli investimenti».
Osservazione che rilancia ai consumatori della nuova era all?idrogeno, il monito fatto da Jeremy Rifkin nel libro Economia all?idrogeno edito da Mondadori: «Sono rari, nella storia, i momenti in cui una generazione di uomini ha a disposizione un nuovo strumento grazie al quale riorganizzare le relazioni reciproche e la struttura in cui si realizzano. Dipenderà da noi se questo strumento verrà sprecato oppure saggiamente utilizzato a vantaggio dell?umanità».

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