Cultura

Un aiuto a orientarsinell’emergenza

Parla il creatore dei pittogrammi umanitari

di Redazione

Influente, Gert Dumbar lo è davvero. Olanda, sua terra natale, Francia, Regno Unito, Germania, Stati Uniti o Giappone, non fa differenza. Quarant’anni di progetti, premi e riconoscimenti hanno finito per imporre questo olandese dal fisico robusto come una delle figure più importanti del design internazionale. Il suo terreno di predilezione: il corporate identity design. L’identità collettiva, quindi, sarebbe la fonte di un’immaginazione tanto fertile da spingerlo oltre confine e puntare dritto verso i posti più disgraziati del pianeta. Le opportunità non mancano. Crisi e conflitti sono all’ordine del giorno. Quella keniota, con i suoi 250mila profughi, farebbe carte false pur di adottare i pittogrammi con i quali Dumbar intende rivoluzionare il mondo umanitario. Per ora, ci siamo accontentati di ammirarli alla Biennale del design sociale di Utrecht. E capirne un po’ di più.
Vita: Com’è nata l’idea di sviluppare nuovi pittogrammi universali dedicati alle organizzazioni umanitarie?
Gert Dumbar: Nell’ultimo decennio siamo stati inondati da immagini e notizie sui peggior disastri umani ed ecologici del pianeta. Avevo come l’impressione di essere perennemente di fronte al caos, con agenzie umanitarie essenzialmente steamrolling l’una con l’altra. Ho deciso che era giunta l’ora di dare un contributo per mettere un po’ di ordine nella baracca!
Vita: La comunicazione sarebbe la chiave per ristabilire ordine nei campi profughi?
Dumbar: I pittogrammi hanno questa capacità unica di poter superare qualsiasi barriera linguistica. Sebbene non siano in grado di prevenire il caos nelle aree disastrate, possono invece migliorare la situazione. Assieme a mio figlio Derk e gruppi di studenti di varie facoltà europee, ho messo in piedi una ricerca che si è conclusa con la creazione di nuovi pittogrammi dedicati al mondo umanitario. Le esperienze precedenti, penso ad esempio ai vari pittogrammi sanitari elaborati per l’Haaglanden Medical Centre dell’Aja, mi hanno convinto dell’utilità di questo progetto. Oggi molti campi profughi assomigliano sempre di più a veri propri centri urbani in cui si percepisce una chiara mancanza di comunicazione visuale. L’installazione di semplici pannelli informativi potrebbe rivelarsi preziosissima per gli operatori umanitari, ma anche per le popolazioni assistite.
Vita: Ci sono organismi internazionali interessati ai suoi pittogrammi?
Dumbar: Alcune organizzazioni si sono già fatte avanti. Attualmente, siamo in discussione con le Nazioni Unite, l’organismo ideale per implementare il nostro progetto.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.