Famiglia

Il conto salatodella generazione sms

L'uso dei cellulari tra i ragazzi

di Redazione

O ce l’hai o sei out. Più che uno status symbol, il cellulare tra bambini e adolescenti, sta diventando uno status quo. Oltre l’80% dei ragazzi tra i 6 e i 19 anni ne possiede almeno uno. «Almeno» significa che il 20% ne possiede anche 2 o 3. E non pensiate che il fenomeno riguardi solo gli adolescenti. «Ci sono casi – isolati – di genitori che comprano il primo cellulare a 4 anni», spiega Isabella Poli, direttrice del Centro studi Minori e media che a dicembre ha presentato un circostanziato report del fenomeno. La ricerca s’intitola appunto Minori e telefonia cellulare e fotografa il rapporto di 2.264 studenti delle elementari, medie e superiori con il cellulare.
Bambini ed adolescenti non riescono proprio a fare a meno del cellulare. A differenza dei loro genitori, però, telefonano pochissimo, preferiscono “messaggiare”, inviando in media 5 sms al giorno. «Molto meno usati gli mms che costano un po’ troppo per le finanze dei più piccoli», nota la direttrice. Non si risparmia, invece, su giochi e fotocamera.
Ma uno dei dati più interessanti che emerge dalla ricerca riguarda il “dove” i ragazzi usano il telefonino. Se alle elementari il 40% degli intervistati usa il cellulare anche in classe, alle superiori la percentuale sale fino all’80%. Una vera e propria Caporetto per la direttiva Fioroni che imponeva il divieto del telefono a scuola. «La soluzione non è mettere i metal detector agli ingressi», commenta Poli, «meglio favorire una cultura che aiuti studenti e professori ad un uso responsabile dei media».
Mica semplice, però, con il gap tecnologico che intercorre tra loro! «In media i prof hanno cellulari molto più antiquati rispetto ai loro alunni», racconta Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. Questo divario rende difficile non solo il passaggio di modelli educativi dell’uso dei cellulari, ma anche la comunicazione stessa tra studente e docente. E i corsi di formazione per insegnanti sono pura fantascienza nella scuola pubblica: «Si è organizzato qualcosa sulla tv», ricorda Caffo, «ma sono casi isolati: rimanere al passo con la tecnologia è troppo costoso per la nostra scuola».
Ma quanto costa “mantenere” il cellulare del proprio pargolo? Tra i 20 e i 50 euro al mese, secondo la ricerca del Centro studi Minori e media. Cifra che si sposta al crescere dell’età. D’altra parte, gli “spendaccioni” (che fanno ricariche di più di 50 euro al mese) esistono anche alle elementari, e sono il 9%. Per nulla leggero, poi, il conto quando si tratta di regalare un cellulare nuovo ai più piccoli. Non ci si accontenta del modello base: ma si spendono in media 172 euro.
«Il fatto è che il cellulare oggi è molte cose insieme», fa notare il presidente di Telefono Azzurro, «assomiglia più ad una piattaforma tecnologica che permette, a seconda del caso, di chattare, parlare, giocare». Una bella opportunità di entrare in relazione con chi è lontano, spiega, ma anche un rischio e un limite all’interazione sociale che conosciamo oggi. Più che consolidato è infatti l’uso del cellulare in rapporto alle nuove tecnologie. Il 30% dei ragazzi ha scaricato file e suonerie dal web e il 15% ci ha pubblicato foto o video dei propri compagni di classe.
Ma la decisione di avere e spendere per il cellulare non è solo dei figli. Oltre il 50% dei genitori afferma di aver dotato i propri figli del telefonino «per ragioni di sicurezza». Genitori ansiosi? La probabilità di avere un cellulare con tutti i comfort aumenta. D’altra parte, i desideri dei figli contano, soprattutto nella scelta del modello da acquistare. E soprattutto all’aumentare dell’età: «A quattro anni», commenta Isabella Poli, «è difficile pensare che siano i bambini a imporre le proprie scelte».


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